Secondo appuntamento di giornata per Papa Francesco dedicato al rito della lavanda dei piedi e alla messa in coena monito. Bergoglio si è così recato al penitenziario minorile di Casal del Marmo, a Roma, ritornando nell’istituto a dieci anni di distanza dalla sua prima volta. Questa mattina il Pontefice ha celebrato in Vaticano la messa del Crisma, poi intorno alle 17 ha fatto ritorno a Santa Marta, dove sta trascorrendo il periodo di riposo dopo il ricovero ospedaliero della scorsa settimana.
Le sue condizioni di salute sono apparse buone, anche se per l’anziano Santo Padre la fatica di doversi chinare 12 volte per immergere e baciare i loro piedi non è stata una passeggiata. Le inquadrature sulle vetrate della piccola cappella hanno cercato di distogliere più volte l’attenzione da Bergoglio, che domani ritornerà a officiare le udienze prima del grande appuntamento di domenica.
Rito della lavanda dei piedi, il discorso alla messa di Papa Francesco
Papa Francesco ha celebrato il rito della lavanda nel carcere di Casal del Marmo, secondo appuntamento di Giovedì Santo. Nel suo discorso Bergoglio ha fatto riferimento alle “ingiustizie” nella società, sia dal punto di vista professionale che personale. Ai presenti ha ricordato che “essere peccatori non scalfisce la nostra dignità“, al contrario Gesù ha dimostrato che il lavaggio dei piedi gli uni con gli altri “purifica” l’amicizia e la fratellanza verso un nuovo inizio, insieme a Lui.
Nella cappella una settantina di fedeli, tra giovani detenuti e operatori carcerari partecipavano alla messa presieduta da Papa Francesco. Dodici minorenni sono stati poi selezionati per il tradizionale rito, dieci maschi e due femmine: a tutti loro il Pontefice ha rivolto sorrisi sinceri e ha stretto la mano in segno di augurio per il futuro. Con alcuni di loro si è persino intrattenuto al termine della funzione, in un discorso appassionato nel quale anche gli stessi ragazzi sono apparsi visibilmente a loro agio al cospetto del Santo Padre, visibilmente emozionati dall’incontro.
La direttrice del carcere, Maria Teresa Juliano, ha espresso un sentito ringraziamento e profonda gratitudine a Papa Francesco per aver tenuto fede all’impegno. Nelle sue parole un invito a fare sì che “il suo sorriso rappresenti per i ragazzi una carezza dolcissima“. Un esempio “che ci ha dato e il dono di riunirci in questo abbraccio ci indica la strada quotidiana, di andare tutti assieme”.