Lo sviluppo del Metaverso è in continuo aumento, così come per Tik Tok e Chat GPT sta nascendo l’urgenza di sviluppare un’identità digitale verificata che protegga il singolo individuo nel web.
Fare la spesa, seguire una lezione universitaria, andare ad una mostra, comprare un paio di scarpe. Con il Metaverso si sta “normalizzando” il modo di comportarsi quotidiano dell’essere umano. La realtà digitale in continuo sviluppo ha dato a chiunque la possibilità di accedere a una serie di servizi comodamente da casa propria, senza muovere un muscolo. Ma questa realtà è pronta così com’è oppure abbiamo bisogno di un sistema che aiuti a proteggere l’identità digitale di ogni singolo individuo?
La necessità di avere un’identità digitale nel metaverso
In questo momento storico il mondo reale sta combattendo diverse battaglie per garantire la giusta protezione della privacy nel mondo digitale, almeno nel territorio europeo. È il caso di Chat GPT posto sotto esame dal Garante della Privacy, come anche della controversia tra Meta e SIAE. In passato fu per TikTok con l’accesso ai minori. In Italia si è molto scrupolosi per quanto riguarda la protezione dei dati personali e della privacy, tanto che ogni nuovo sistema informatico viene posto sotto accurato esame proprio per la protezione del singolo individuo. Il tutto è garantito dall’articolo 2 della Costituzione Italiana che, parlando di identità digitale, fa riferimento alla protezione del singolo all’interno della sfera sociale. Il diritto all’identità personale è incluso nel suddetto articolo, e lo sono anche il diritto di riservatezza e tutte quelle diciture legali che proteggono i diritti personali.
La rete è in continuo sviluppo, tanto che da un’era web 2.0 si sta iniziando a parlare di un’era web 3.0, ma con essa si sviluppano anche i reati che possono “bucare” la protezione e accedere a qualsiasi dato, frodando persone ignare e poco pratiche dei rischi del dark web. Nel caso del Metaverso, si inizia a sentire l’urgenza di predisporre un sistema di protezione dei dati personali. Il Metaverso permette di incontrarsi all’interno di luoghi virtuali attraverso un avatar, quindi con un’identità virtuale che va certificata, garantita e protetta. Proprio come fu per la nascita dello SPID e, ancora prima, dei primi accessi riservati con ID e Password. Quindi il Metaverso deve misurarsi con i sistemi di tracciamento e di potenziale perdita della privacy.
Cosa si sta facendo per proteggere l’identità digitale nel Metaverso?
L’identità digitale quindi è fondamentale anche all’interno del Metaverso e va protetta proprio come vengono protetti i dati all’interno di altre forme digitali. Specie perché avendo bisogno di un casco o di un occhiale virtuale, si dà libero accesso anche ai dati biometrici. Per proteggere l’identità digitale si sta lavorando con due normative di base: l’Artificial Intelligence Act e la Data Governance Act. L’Europa è già a lavoro su questi sistemi di protezione, ma anche la Cina sta sviluppando un progetto di protezione dell’identità digitale con Beijing Action Plan for Promoting the Innovation and Development of the Digital Human Industry. L’America invece ha individuato le quattro aree di sviluppo legislativo:
- Moderazione dei contenuti
- Privacy
- Competizione
- Digital divide
Il Metaverso cambierà anche le nostre menti, grazie al suo sistema virtuale potrà aiutare diverse persone a integrarsi con la realtà e soprattutto con la società. Ma questo non deve esulare dalla protezione personale. Ma lo sviluppo e la progressione non devono andare oltre quella che è la protezione personale. L’identità digitale è fondamentale per proteggersi in un mondo che presenta milioni di rischi invisibili.