Ha inizio la tre giorni di Emmanuel Macron in Cina. Il presidente è volato nel paese di mezzo per ricucire l’asse Bruxelles-Pechino. Non è casuale, infatti, la presenza della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Sono due i motivi per cui Macron ha deciso di fare questa spedizione che è la prima dopo tre anni e mezzo: la guerra in Ucraina, i rapporti commerciali con Pechino.

Guerra Ucraina, Macron chiede uno sforzo a Xi

Emmanuel Macron non si nasconde: chiede a Xi Jinping uno sforzo affinché faccia pressione sulla Russia per orientarla verso la fine del conflitto. Il rapporto di amicizia – o di intesa – tra il Presidente della Repubblica cinese ed il presidente della federazione russa, d’altronde, è noto. “So di poter contare su di lei” è stato il messaggio ammantato di fiducia rilasciato da Macron a Xi. Quest’ultimo si è detto disponibile, al momento opportuno, a tenere un colloquio con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e a collaborare per arrivare a una soluzione politica della crisi, ma apparentemente senza significativi passi in avanti rispetto a posizioni già espresse in passato da Pechino. Il presidente cinese ha altresì ribadito la necessità di evitare l’aggravarsi della crisi e, soprattutto, “attuare seriamente la promessa solenne che le armi nucleari non devono essere utilizzate e le guerre nucleari non devono essere combattute”. Xi ha ritenuto necessario: “Opporsi all’uso di armi biologiche e chimiche in qualsiasi circostanza e opporsi agli attacchi alle centrali nucleari e ad altri impianti nucleari civili”.

Anche nella più ottimistica delle interpretazioni, risulta difficile immaginare uno scenario che vede Macron tornare in Europa con una promessa scritta da Xi. La guerra andrà avanti. Tuttavia, l’inquilino dell’Eliseo, ha voluto quantomeno ribadire a Xi l’importanza di non consegnare al leader russo qualsiasi cosa – il riferimento è alle armi – possa sostenerne lo sforzo bellico in Ucraina. Tutto questo quando il clima continua ad arroventarsi con le parole del Viceministro degli Esteri russo che ha definito, in questo momento, caldo l’asse con Washington. affermazione che, tra le linee, rivela come quella in Ucraina sia una guerra ancora molto lunga. l’intesa di oggi è data dal no all’uso di armi nucleari e dall’impegno per la ripresa dei colloqui di pace: ma il timing di un coinvolgimento della Cina al perseguimento di questo fine, nonostante i desiderata di Macron, lo detterà Xi.

La presenza di Von der Leyen e la promessa di una relazione commerciale

Dopo l’incontro a due, si è unita anche Ursula von der Leyen. Il viaggio ha una valenza significativa per l’Europa tutta poiché s’è parlato, oltre che di guerra, di rapporti commerciali. Se l’atteggiamento di Pechino verso Macron è benevolo – come si è evinto anche dalle pagine del Global Times – più sfumato è quello nei confronti dell’Unione Europea. Il motivo è che i rappresentanti europei hanno spesso usato parole nette nei confronti del posizionamento cinese circa la guerra in Ucraina. Un posizionamento che Xi rivendica e giudica “obiettivo ed equo”. Sullo sfondo, poi, c’è il riacutizzarsi delle polemiche con la Nato, all’indomani delle critiche a Pechino del segretario generale, Jens Stoltenberg. Secondo Xi Usa e alleati “dovrebbero assumersi le loro responsabilità e non hanno il diritto di accusare e fare pressioni sulla Cina”.

Nonostante alla partenza ci sia questo opulento stato dell’arte, Pechino e Bruxelles hanno ribadito la volontà di un nuovo slancio nei rapporti commerciali. Pechino e Bruxelles dovrebbero promuovere dialogo e cooperazione e “unirsi per affrontare insieme le sfide globali”. Cina e Unione Europea mantengono “intensi scambi” e, pur tra le differenze, c’è un “forte desiderio di comunicazione”.