In alcuni posti di Italia e soprattutto a Napoli in questa giornata che precede il Venerdì santo (caratterizzato da ) e la Pasqua c’è un piatto speciale nel cuore delle persone: si tratta della zuppa di cozze. In particolar modo nella città partenopea si segue tale tradizione. La sera del giovedì santo rappresenta in modo simbolico l’ultima cena di Gesù Cristo ed è per questo che è così speciale per i cattolici. Rievoca l’ultimo pasto consumato prima della “Passione”.

Perché si mangia la zuppa di cozze il Giovedì santo? La ragione è legata al Re Ferdinando I di Borbone

Da una passione all’altra: il motivo legato al perché si mangia la zuppa di cozze in questa giornata si intreccia con le passioni culinarie di Re Ferdinando I di Borbone. C’è chi parla di sacro e profano perfettamente amalgamati quando c’è Napoli di mezzo, come fa Marco d’Amore con il suo imminente film Napoli Magica, e certamente non ci sono dubbi sull’importanza delle tradizioni nel capoluogo campano. Il piatto è però molto amato e usato anche in molte altre parti d’Italia (qui la ricetta per la zuppa di cozze alla sarda).

La storia ha la sua parte in questa predilezione per la zuppa di cozze: il cosiddetto “Re lazzarone”, uno dei più integrati col su popolo nell’epoca della monarchica delle Due Sicilie, era invero un grande amante del cibo. Nemmeno a dirlo le sue pietanze preferite erano a base di pesce e amava condividerli con i suoi ospiti. Ferdinando I era inoltre un abile cacciatore nonché pescatore e vantava delle vere e proprie riserve di molluschi.

Ed è appunto con i molluschi che dà il via alla creazione del piatto le “Cozzeche dint’a Cannola” e cioè”le cozze nella culla”. Per culla si intendono i pomodori di Sorrento (più grandi della media), ideali per contenere un ripieno fatto dall’ingredienti principale più sale e pepe, aglio e olio, origano, capperi e “la muddica atturrata”. Piatto ritenuto però immorale per il ‘700. Re Ferdinando I di Borbone ha tuttavia sempre ceduto al suo peccato di gola prediletto, facendolo così entrare di diritto nella tradizione dei piatti culinari italiani (soprattutto del Sud) e molto amati in occasione del Giovedì santo.