A quarant’anni dalla sparizione di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana di 15 anni scomparsa nel nulla mentre rientrava a casa dopo le lezioni di musica, il fratello Pietro, che – insieme ai suoi familiari – non ha mai smesso di fare luce su quanto accaduto, è stato convocato per la prima volta dal Tribunale vaticano. L’incontro con il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, dovrebbe avvenire subito dopo Pasqua. Per l’occasione, Orlandi e il suo legale, l’avvocata Laura Sgrò, porteranno con loro diverse documentazioni, inclusa la trascrizione di una chat inedita, risalente ai primi anni di pontificato di Papa Francesco, in cui si parlerebbe del caso di Emanuela.

Pietro Orlandi convocato in Vaticano a quarant’anni dalla sparizione della sorella

Si terrà subito dopo Pasqua, secondo quanto dichiarato dall’avvocata che sostiene Pietro Orlandi, Laura Sgrò, l’incontro in Vaticano tra quest’ultimo e il Promotore di Giustizia vaticana, Alessandro Diddi. Sarà l’occasione per discutere di una serie di documenti acquisiti in questi lunghi anni di indagini, tra i quali la trascrizione di una chat risalente ai primi anni del pontificato di Papa Francesco (iniziato nel 2013), in cui si parlerebbe della sparizione di Emanuela. Tra gli interlocutori ci sarebbe anche il cardinale Santos Abril y Castelló, arciprete emerito della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. L’obiettivo è cercare di ricostruire quanto accaduto.

Due giorni fa, ospite della trasmissione “Di Martedì”, che va in onda su La 7, Pietro Orlandi aveva dichiarato:

Penso che una delle possibilità è che Emanuela possa aver magari anche subito un abuso da parte di qualcuno, ma che quell’abuso sia stato organizzato. È stata portata da qualcuno per creare l’oggetto del ricatto.

L’ipotesi è che sia stata fatta sparire per nascondere un possibile scandalo. Forse, per un periodo di tempo, in Inghilterra, dove alcuni dei documenti trovati la collocherebbero. “Porteremo anche la documentazione in cui si parla della permanenza di Emanuela in Inghilterra, è una documentazione che va analizzata, anche per capire se è attendibile”, ha spiegato l’avvocata Sgrò. Lei e il suo assistito chiederanno anche a Diddi di fare in modo che vengano ascoltati alcuni testimoni dell’epoca, tra i quali i cardinali Giovanni Battista Re, Leonardo Sandri, Stanislaw Dziwisz, storico segretario di Giovanni Paolo II, il monsignor Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI e l’ex comandante della Gendarmeria Domenico Giani.  

Al via intanto la commissione parlamentare d’inchiesta sul caso

Lo scorso 23 marzo la Camera ha intanto approvato all’unanimità la proposta di legge presentata da Francesco Silvestri (M5S) e Roberto Morassut (Pd) per l’istituzione di una commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, l’altra cittadina vaticana, anch’essa quindicenne, scomparsa nel nulla il 7 maggio 1983, appena un mese prima di Orlandi e il cui caso è stato fin dall’inizio legato all’altro. Il testo è ora passato al Senato per il via libera definitivo.

L’obiettivo della commissione è quello di “ricostruire e analizzare in maniera puntuale la dinamica” delle due sparizioni, “verificare ed esaminare il materiale e i dati acquisiti attraverso le inchieste giudiziarie e le inchieste giornalistiche” e capire “quali criticità e circostanze possano avere ostacolato il sistema giudiziario nell’accertamento dei fatti e delle responsabilità”. Determinante sarà l’analisi degli atti processuali precedenti (sono due le inchieste aperte dalla magistratura italiana, 1983-1987 e 2008-2015) e l’audizione dei testimoni, vecchi e nuovi, che saranno convocati.

Una decisione attesa da anni dalle famiglie delle vittime, che sperano finalmente di poterci vedere chiaro. “La volontà è quella di fare chiarezza su tutte quelle anomalie a cui abbiamo assistito in questi 40 anni”, aveva detto a Tag24 Pietro Orlandi una volta appresa la notizia, sostenendo di aver sentito la vicinanza delle istituzioni. Ora, finalmente, anche un’apertura dal Vaticano.