Perché la carbonara si chiama così? In molti se lo chiedono soprattutto il 6 aprile in occasione del #carbonaraday. Un piatto tipico della tradizione romana povera, realizzato con pochissimi ingredienti che mettono d’accordo tutta Italia tanto da essere stata definita uno dei piatti preferiti dagli italiani.

Perché la carbonara si chiama così

Perché la carbonara si chiama così e dove nasce? Scopriamo le origini di uno dei piatti più famosi della nostra Penisola. Non si conosce precisamente il motivo per il quale venne chiamata in questo modo ma ci sono infinite leggende che ruotano attorno al nome “carbonara” dato all’accoppiata vincente tra pecorino e uova: si racconta che venne chiamata in questo modo pensando ai boscaioli che lavoravano sugli Appennini raccogliendo la legna per farne carbone ma c’è anche un’altra versione che è invece legata alla vicenda di una nobildonna del Polesine che, nell’Ottocento, era solita ospitare le riunioni della carboneria e, probabilmente, allietare le discussioni con un ricco piatto di pasta realizzata proprio in questo modo.

Dove nasce la carbonara

La ricetta della pasta alla carbonara inizia a comparire precisamente nel 1944 quando i soldati Alleati impegnati sul fronte durante la Seconda guerra mondiale precisamente tra Lazio, Molise e Campania, ebbero l’opportunità di assaggiare e affezionarsi alla tipica pasta “Cacio e ova” abruzzese. Il passaggio successivo venne spontaneo: decisero infatti di aggiungere il guanciale, tipico della zona, e eventualmente la pancetta affumicata importata proprio dagli Stati Uniti per dare al piatto un tocco di sapore aggiuntivo ma anche per ricevere una sferzata di energia in più che consentisse loro di combattere con maggiori forze in campo: furono proprio i soldati romani che decisero poi di far propria la carbonara adottandola letteralmente nella versione con il guanciale, tant’è che ad oggi nessuno oserebbe metterne in dubbio la paternità geografica: romana doc.

Cosa scegliere per preparare la carbonara

Via libera a qualsiasi tipo di formato: tutto dipende dai propri gusti e dalle proprie preferenze. Qualsiasi formato di pasta, paradossalmente anche quella all’uovo, ben si adatta alla preparazione della carbonara anche se i puristi della tradizione raccomandano di optare assolutamente o per gli spaghetti o, se si preferisce il formato corto, per i rigatoni. Ad ogni modo tutti sono d’accordo sul fatto che la vera carbonara si prepari con il guanciale, tagliato a listarelle o a dadini e fatto cuocere finché non diventa leggermente croccante. Divieto assoluto di utilizzare la panna, che invece per una questione di velocità e di grandi numeri viene spesso usata, ahinoi, nei ristoranti ma la vera cosa importante è il cercare di evitare l’effetto frittata: aggiungiamo le uova sbattute insieme al pecorino e il pepe a fuoco spento: aggiungendo un goccio di acqua di cottura durante l’amalgamazione della pasta, il risultato per una carbonara perfetta sarà ottimale.