Visita della presidente di Taiwan negli Usa si parla anche di pace. Alta tensione sulla visita della presidente di Taiwan, Tsai Ing-we, negli Stati Uniti. A Los Angeles la premier di Tipei ha incontrato la terza carica dell’amministrazione americana, lo speaker della Camera, Kevin McCarthy e ha parlato ancora una volta di pace. “Per ottenere la pace bisogna essere forti” ha spiegato e poi ha ribadito l’impegno dell’isola per uno status quo pacifico e ha ringraziato il leader che appartiene al partito repubblicano “per l’accoglienza e il calore”.

La tensione internazionale sulla visita negli Usa resta alta

“L’amicizia tra l’America e il popolo di Taiwan non è mai stata così forte”, ha scritto sui social lo Speaker della Camera americana, accompagnado il testo con una foto che lo ritrae durante l’incontro con Tsai Ing-wen alla Reagan Library, vicino a Los Angeles. Ma la Cina la pensa in modo differente: si tratterebbe di una provocazione diretta nei confronti di Pechino. In realtà Tsai Ing-wen è di passaggio negli Stati Uniti sulla via del ritorno dal Sud America, ma la Cina ha avviato un’operazione “di pattugliamento e ispezione nella parte centrale e settentrionale” dello Stretto. In altre parole, una prova di eventuali operazioni in mare per salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale di Pechino.

Gli Usa provano a placare la tensione?

“Non c’è niente di nuovo nelle relazioni tra le autorità taiwanesi e gli Usa, tutti i presidenti di Taiwan sono transitati dagli Usa a un certo punto, la nostra posizione non è cambiata e continuiamo a credere nella politica della Cina unica. ha dettoil segretario di Stato americano Antony Bkinken. “Pechino non dovrebbe prendere questi viaggi come una scusa per aumentare le tensioni e cambiare lo status quo, l’obiettivo è sempre di avere pace e stabilità nello stretto di Taiwan”. Dello stesso avviso anche il portavoce della sicurezza nazionale americana, John Kirby, che ha detto: “Non c’è niente di strano nel fatto che la presidente di Taiwan viaggi negli Stati Uniti o incontri membri del Congresso americano. Non c’e ragione che la Cina reagisca alla visita”.