Come viene pagata la Pasqua in busta paga? Quali sono i giorni festivi in busta paga? Cosa significa festività godute in busta paga? I lavoratori si aspettano una bella sorpresa nello stipendio di aprile 2023, ma sarà davvero così?
Sappiamo che i giorni festivi spettano di diritto, senza tener conto delle disposizioni indicate nel contratto collettivo di riferimento. Per questo, possono tranquillamente astenersi dalla giornata lavorativa pur mantenendo il diritto a ricevere il giorno pagato, quindi rientrante perfettamente nella piena retribuzione.
Tuttavia, il nodo cruciale ruota sulle festività non godute, se ad esempio la festività cade nel giorno che già spetta di diritto al lavoratore. In questo caso, spetterebbe un giorno extra come giorno di riposo utilizzabile anche in un periodo successivo.
Se, invece, il giorno festivo cade di domenica, per legge spetta una quota aggiuntiva sulla mensilità. In sostanza, devono essere ripercorse le medesime azioni promosse nel giorno di Natale e Capodanno.
Nel merito, il discorso cade sulla festività di Pasqua che coincide con la domenica. Vediamo insieme come funziona il calendario dei giorni festivi in busta paga, ma soprattutto, quando pagano la maggiorazione sullo stipendio.
Quali sono i giorni festivi in busta paga?
Per i lavoratori la presenza di giorni festivi, spesso si traduce in una piacevole sorpresa, ovvero più soldi nello stipendio. Per questo, si cerca di capire quali sono i giorni festivi non solo del mese di aprile, ma dell’anno corrente.
A questo proposito, vengono recepite le disposizioni contenute nell’articolo 2 della legge n. 260 del 27 maggio 1949, in cui vengono classificati i giorni festivi da inserire nel calendario annuale.
Per semplicità di esposizione riportiamo solo alcune delle festività del 2023, nello specifico quelle riferite dall’inizio dell’anno al mese di aprile, tra cui:
- 1° Gennaio. Primo giorno dell’anno – Capodanno;
- 6 Gennaio. Sesto giorno dell’anno dedicato all’Epifania;
- lunedì di Pasqua. Giorno dedicato all’Angelo;
- 25 Aprile. Giorno dedicato all’Anniversario della Liberazione d’Italia;
Dal mini elenco sopra esposto manca il giorno di Pasqua che cade il 9 aprile. Non è stata una dimenticanza o un errore di distrazione.
In verità, Pasqua non viene conteggiata come giorno festivo. Per questo motivo, al di là della presenza o meno nel contratto collettivo, non spetta alcuna somma aggiuntiva nello stipendio, in quanto non viene considerato come celebrazione festiva.
Va detto, ancora una volta che, purtroppo, il giorno di Pasqua (salvo poche eccezioni) non ricopre il ruolo di giorno festivo.
Cosa significa festività godute in busta paga?
In teoria, la Santa Pasqua cade soventemente di domenica, per cui non essendo considerata alla pari di una festività, non rappresenta una fonte di maggior introito in busta paga.
In sostanza, sebbene festeggiamo la Pasqua, la ricorrenza non rappresenta una celebrazione nazionale. In ogni caso, al lavoratore spetta di diritto il giorno di astensione. Se il lavoratore è, comunque, impegnato in un’attività lavorativa non ha diritto alla maggiorazione come attività eseguita in un giorno festivo, in quanto la domenica già viene riconosciuta nello stipendio come maggiorazione.
Pasquetta è pagata in busta paga?
La buona notizia è che il la Pasquetta, il Lunedì dell’Angelo viene riconosciuto come giorno festivo, rientra perfettamente nel quadro delle disposizioni dettate nell’articolo 2 della legge n. 260 del 27 maggio 1949, per cui spetta una somma aggiuntiva nello stipendio.
A ogni modo, per evitare di sperare in una maggiorazione che potrebbe non essere dovuta, si consiglia di controllare il contratto collettivo del settore di riferimento.