La Coop cede e chiude numerosi punti vendita a Roma al gruppo Gabrielli di Ascoli Piceno, diventeranno negozi a marchio Tigre. La Coop ha deciso di ‘abbandonare’ la capitale, infatti spariranno infatti 54 punti vendita presenti sulla capitale. I negozi coinvolti cambieranno marchio, saranno ceduti, secondo quanto hanno fatto sapere, al gruppo dei magazzini Gabrielli, di Ascoli Piceno, e diventeranno punti vendita Tigre. Solo 7 punti vendita rimarranno con l’insegna dai colori bianchi e rossi che caratterizzano il marchio della cooperativa, e saranno i punti Unicoop Tirreno, come spiegato anche dalla dottoressa Roberta Valenti, segretaria dell’unione italiana lavoratori del turismo e del commercio. “Anzitutto dobbiamo registrare un fatto epocale – le parole della Valenti – Coop rinuncia al territorio romano, rimanendo con solo 7 siti”. Tutto questo movimento, annunciato lo scorso 22 marzo, fa stare sulle spine 800 lavoratori, dipendenti della Coop. A dare la notizia ai sindacati, infatti, proprio lo scorso marzo, è stata la società Distribuzione Roma di Guidonia, una consociata Unicoop Tirreno, cooperativa che nel 2022 ha chiuso nel basso Lazio 9 punti vendita ed un centro distribuzione con perdita di circa 1000 posti di lavoro. E secondo quanto è stato appreso proprio dai sindacati, gli acquirenti della marchio della cooperativa, avrebbero garantito di acquisire anche i lavoratori.
Coop cede 54 punti vendita, “I lavoratori al momento verranno acquisiti, ma non ci sono garanzie per il futuro”, ha spiegato la segretaria dell’UILTUCS Valenti
Ieri c’è stato un primo incontro durante il quale i dipendenti della Coop hanno chiesto chiarimenti e garanzie. Quanto è stato spiegato durante la riunione tenuta ieri, martedì 4 aprile, non è bastato, tanto che è stato fissato un aggiornamento per l’11 aprile prossimo. Questo però non sembra garantire loro un futuro tranquillo. Innanzi tutto cambierà sicuramente l’inquadramento perché da un contratto con una società cooperativa, passeranno a uno con un provato. Nella cessione del ramo d’azienda è garantito, come si è detto, almeno attualmente, l’acquisto anche dei contratti di lavoro in essere, ma a quanto pare: “La nuova proprietà si riserva di valutare l’andamento del mercato”, ha fatto sapere la dottoressa Roberta Valente, membro del consiglio nazionale della UILTUCS (unione lavoratori del turismo e del commercio e servizi). “La nuova gestione subentrante è disposta a prendersi gli 800 lavoratori, ma poi farà le valutazioni commerciali, con il rischio di ulteriori spacchettamenti“, ha spiegato ancora la dottoressa Valenti. “Questo non esclude che per questi lavoratori possa esserci un doppio salto: passerebbero dalla distribuzione cooperativa a un’applicazione contrattuale diversa, per poi essere soggetti ad ulteriori cessioni, con i danni del caso. Perché saranno gestiti da imprenditori locali e non più da una cooperativa”. Al momento, è stato infatti spiegato, i lavoratori verranno presi in blocco e verranno armonizzati i contratti, ma con riserva. Questo vuol dire in sintesi che i lavoratori saranno assorbiti dal nuovo gruppo proprietario del marchio Tigre, ma senza grandi garanzie. Tra l’altro è stato chiarito che potrebbero essere dirottati anche verso un terzo proprietario. E i tempi del passaggio sembra saranno anche piuttosto brevi. “La Magazzini Gabrielli – ha aggiunto la Valenti – ha intenzione di subentrare da fine mese. Non ci è stata data una data precisa per ora. Al momento ci dicono solo che prenderanno tutto il personale indiretto e poi si riserveranno ulteriori spacchettamenti a terzi”. E proprio alla luce delle poche garanzie date durante la riunione di ieri, i lavoratori aspettano di sapere qualcosa in più e magari avere garanzie più precise, per l’appuntamento dell’11 aprile.