Se c’è chi ha deciso di promuovere la cucina italiana come patrimonio condiviso dell’intera Umanità, significa che delle ragioni ci saranno. E una di queste sono le sue tante varietà regionali, la sua ricchezza di sfumature che si adatta a ogni momento dell’anno.

Per questo periodo non poteva quindi mancare un’esplorazione delle ricette pasquali abruzzesi, che si rifanno ad una tradizione molto sentita in questa bellissima regione. Qui, infatti, la ricorrenza della Pasqua è forse più sentita dello stesso Natale.
Andiamo quindi a scoprire che cosa si porta in tavola per il sontuoso pranzo di Pasqua nella regione che diede i natali a d’Annunzio.

Una ricchezza condivisa

C’è una regola non scritta ma da tutti rispettata e seguita che è quella della preparazione della tavola. In Abruzzo la tavola di Pasqua va apparecchiata e imbandita fin dal primo mattino. Persino la colazione non è un momento paragonabile a quello che si sperimenta durante tutto l’anno: ha infatti un nome tutto suo, lo “sdiuno” ed è un vero e proprio pasto completo.

Una delle caratteristiche dello sdiuno è quella di sedersi a tavola già verso le dieci del mattino per gustare la pietanza principe di questo momento particolare: la pizza di Pasqua. Al contrario di quello che il nome può far pensare si tratta di una pietanza che non è dolce e neppure salata. E’ una specie di compromesso tra un panettone gastronomico e un panettone classico, anche se non è alcuna delle due cose.

Per far parte delle ricette pasquali abruzzesi la pizza di Pasqua deve essere preparata partendo da un impasto né troppo soffice e neppure troppo slavato, aromatizzato con anice e ricco di uvetta.
Stiamo parlando di una pietanza tradizionale, per cui ogni casa ha la sua versione: in molti infatti aggiungono canditi e cioccolato per arricchirne il gusto ed esaltarne il sapore.

Nelle zone a nord, al confine con le Marche, la pizza di Pasqua può essere preparata con un impasto più sapido, con una base di formaggio, e viene accompagnata con salumi e formaggi.

Quali sono le ricette pasquali abruzzesi: ecco le mazzarelle

Ognuna delle nostre regioni propone in cucina dei suoi piatti forti. La cosa interessante è che ogni casa, ogni famiglia, adatta poi il singolo piatto al proprio gusto e alla propria tradizione. La pizza di Pasqua che come abbiamo visto ha una base comune e poi viene modificata a seconda del gusto personale di chi la prepara.

Stessa cosa per le mazzarelle: altro importante piatto della tradizione che vede protagonista una parte selezionata dell’agnello che viene avvolta da foglie di invidia. La parte selezionata dell’agnello è la coratella: ovvero le interiora (solitamente cuore, fegato, polmoni) che vengono appunto avvolte in foglie di invidia e legate con le budella dell’animale.

Che dire: detta così potrebbe far storcere il naso a molti. Ma si sa la tradizione culinaria ha solidi radici contadine, legate alla terra, alle necessità di nutrirsi e di trovare qualsiasi soluzione per poterlo fare: la fame aguzza l’ingegno e arricchisce il ricettario delle famiglie di ogni luogo.

Prima di lasciare il tema mazzarelle possiamo aggiungere che le si può poi preparare in vari modi, accompagnandole con sughi e intingoli o semplicemente in padella con la passata di pomodoro.
Sul tema sdiuno, ovvero colazione abruzzese di Pasqua, non abbiamo finito: ci sono ovviamente le immancabili uova, sode o di cioccolata.

L’ora di pranzo

L’abbondante e ricca colazione lascia il posto direttamente al pranzo: dopo lo sdiuno non ci si alza nemmeno, si passa direttamente alle portate del pranzo! Come avrete capito dalle ricette pasquali abruzzesi, in centro Italia con l’appetito non si scherza: qui tutti aderiscono al campionato dei gran mangiatori.

Per il pranzo dunque le ricette pasquali abruzzesi prevedono sicuramente un timballo di scrippelle (delle omelette molto particolari) fatto a regola d’arte. A questo seguirà, giocoforza, l’immancabile agnello cacio e ova, attorniato da fritti di ogni genere.

Infine guai ad alzarsi da tavola senza aver assaggiato un pezzetto di colomba ripiena di gelato e l’uovo pasquale ripieno di tiramisù. Attenzione: e a Pasquetta si riciclano gli avanzi per la gita fuori porta, casomai ci fosse ancora un languorino da sedare.