Paolo Banchero è certamente in lizza per il titolo di Rookie dell’Anno ma intanto in Nazionale fa discutere la sua possibile scelta tra Italia e Stati Uniti. La domanda perseguita il giocatore degli Orlando Magic sin dalle sue prime uscite nel basket americano e da allora tutti non vedono l’ora di capire quale casacca deciderà di vestire.

Nel corso del podcast “Knuckleheads”, l’host ha voluto approfondire le ragioni che finora hanno contribuito a mantenere questa sorta di stallo nella decisione di Paolo e l’italoamericano non ha avuto problemi nel raccontare con sincerità il suo “scarso” legame con l’Italia.

Non lo so ancora, questa è la domanda che mi fanno tutti in continuazione. Mio padre si chiama Mario, suo fratello si chiama Giulio, mio zio Angelo – abbiamo tutti questi nomi italiani, e ovviamente crescendo mi sono chiesto da dove arrivassero. Ma io e mio padre non siamo mai stati in Italia, sto cercando di organizzarmi per andarci in estate perché mio padre mi ha sempre ripetuto di volerci andare, prima o poi, per incontrare quel lato della nostra famiglia che è ancora lì. C’è stata l’opportunità di avere il passaporto italiano, e diventare cittadino italiano, e l’ho colta.

Basket, Paolo Banchero deluso dal Team Usa: “Mi hanno sempre scartato”

La scelta della Nazionale passa anche dalle sensazioni che Italia e Stati Uniti hanno finora offerto a Paolo Banchero. Se da un lato è stato lui stesso ad ammettere di non aver alcun legame particolare con il nostro Paese, dall’altro lato l’esperienza americana gli ha già concesso di farsi un’idea propria sul team a stelle e strisce.

Un parere che come lo stesso giocatore degli Orlando Magic ha riferito non è stato poi così positivo in seguito ai suoi primi provini con gli USA:

La cosa assurda è che tante volte ho fatto dei provini per Team USA, per la squadra juniores, ma sono sempre stato scartato. Quand’ero al liceo Team USA mi ha dato più di una delusione, se devo essere sincero: mi hanno tagliato più volte, lasciandomi spesso l’amaro in bocca. Allora la Federazione Italiana si è fatta sotto con mio padre, quando avevo 16-17 anni, e mi hanno aiutato a ottenere il mio passaporto italiano e la cittadinanza.

Banchero e il retroscena sulla Nazionale: “Avrei già potuto giocare con l’Italia”

Poi un retroscena particolare che svela quanto vicino fossero stati in passati la Nazionale azzurra e lo stesso giocatore, prima dell’avvento dell’emergenza sanitaria che ha fermato tutto il mondo dello sport e non solo:

Se non ci fosse stato il Covid con ogni probabilità avrei già giocato per la nazionale italiana già a 17-18 anni, e molto probabilmente non mi sarei fatto scappare quell’opportunità. Poi però si è fermato tutto, e da allora sono successe un sacco di cose: sono andato al college, ho fatto quello che ho fatto a Duke, sono diventato il n°1 al Draft – per cui adesso le cose sono un po’ diverse, soprattutto perché a capo di USA Basketball oggi c’è un ex giocatore proprio di Duke (e di Orlando) come Grant Hill. Insomma, c’è una decisione da prendere.