Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, Sud, politiche di coesione e Pnrr nel corso di un incontro alla Luiss, ha parlato del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e ha risposto alle recenti critiche sui ritardi:
Il Pnrr ci ha insegnato che corriamo sulla scadenza. Questo governo rispetto ai precedenti esecutivi ha un orizzonte temporale di 5 anni. Ha l’obbligo e l’interesse di capire non quello che accade la prossima scadenza, ma a giugno 2026. Sarà il governo della conclusione del programma.
E ha aggiunto:
Il nostro Pnrr è il più grande d’Europa c’è un surplus di attenzione sulle modalità di spesa delle risorse e sulle scelte” perché gran parte dei fondi sono a debito. “La coesione – ha aggiunto – è la principale fonte di finanziamento europeo da qualche decennio.
Pnrr, Fitto: “Sfida da far tremare i polsi”
Secondo il plenopotenziario messo dalla premier Giorgia Meloni nella difficile posizione di dirigere i lavori più complicati sul piano, quella sul Pnrr “non è una sfida semplice ma da far tremare i polsi” e per questo bisogna “dare risposte all’altezza e adeguate”.
Dove ci sono elementi di criticità bisogna ragionare serenamente, puntando ad una collocazione dei progetti in programmi dove non rischiano di perdere il finanziamento. Si tratta di prendere atto di cosa è possibile e cosa è impossibile fare.
Ha spiegato, ribadendo che bisognerebbe ragionare in modo complessivo su Pnrr e politiche di coesione che hanno un orizzonte temporale più lungo e senza scadenze ravvicinate.
In merito al decreto sulla governance attualmente in discussione ha chiarito:
Il governo ha fatto alcune scelte sulla governance che sono in discussione in queste ore al Senato. Leggo da molte parti che aver modificato la governance ha comportato ritardi. Mi permetto di sottolineare che il decreto sulla governance deve ancora entrare in vigore. Per scelta per noi entrerà in vigore solo quando sarà convertito.