Chi è Giuseppina Pesce: figlia, sorella e nipote di boss appartenenti alle cosche più potenti della ‘ndrangheta calabrese, è andata contro la sua famiglia pur di proteggere i suoi tre figli. Dal 2010 è infatti una collaboratrice di giustizia.
Chi è Giuseppina Pesce: la storia
Giuseppina Pesce, nata nel 1979, apparteneva alla ‘ndrina Pesce di Rosarno, famiglia all’apice della ‘ndrangheta calabrese. A 14 anni conosce Rocco Palaia, di 22. Rimane incinta e nasce Angela: sono così costretti alla ‘fuitina’. Ma la vita con quel ragazzo non era quella si aspettava: le botte vogliono metterla a tacere. Lei conosce un altro e vorrebbe lasciare il marito, ma la ‘ndragheta non perdona. A salvarla è l’arresto: nel 2010 infatti finisce in carcere con l’accusa di essere la ‘postina’ del clan. Ed è qui che inizia a collaborare con con il pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, Alessandra Cerreti.
A lei racconta tutti i soprusi subiti negli anni e ottiene la protezione per lei e i suoi tre figli che all’epoca avevano 16, 9 e 6 anni. Ricomincia una nuova vita, ma la figlia maggiore non approva la decisione della madre, così lei cede. Viene costretta dalla famiglia a ritrattare, ma non rientra in Calabria: teme per la sua vita, rimane in una località protetta. Ma quando viene scoperta con il suo nuovo compagno, il marito la minaccia: chi tradisce deve pagare con la vita. Giuseppina allora capisce che la sua strada è un’altra. Riprende la collaborazione, la figlia è finalmente dalla sua parte, lo fa per salvare lei e i suoi fratelli. Accusa, anche se con dolore, chi amava. In sede di processo, gli uomini della famiglia Pesce chiedono che la Cerreti venga sostituita con un uomo. Non possono sopportare che ad accusarli siano delle donne, che per loro non meritano lo stesso rispetto. Ma lei non si fa intimorire.
Giuseppina Pesce oggi
Esempio di grande coraggio, Giuseppina Pesce ha sfidato la cultura maschilista della ‘ndrangheta per amore dei suoi figli. Ha denunciato non solo tutti gli illeciti della famiglia, ma ha mostrato cosa le donne, nella ‘ndragheta, erano costrette a subire: l’onore della famiglia è sempre più importante e loro devono stare zitte. Preparandosi a pagare con la vita la ribellione a quel codice non scritto.
Oggi Giuseppina Pesce continua a vivere in una località protetta ed è una delle poche donne che hanno denunciato la ‘ndrangheta ad essere ancora viva. Nel film The Good Mothers, disponibile dal 5 aprile su Disney+, c’è anche la sua storia, insieme a quella di Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola, altre due madri coraggiose che avevano osato sfidare la loro famiglia mafiosa. Lea e Maria Concetta non ci sono più, vittime di quel sistema che avevano deciso di denunciare. Ma il loro esempio rimane d’ispirazione per tante altre donne.