La sostenibilità è diventata una parte fondamentale della quotidianità di ognuno di noi. Soprattutto nei fedeli del cristianesimo va a sostituire gli spazi lasciati liberi da un credo in disuso. È proprio durante la settimana santa che, parlando appunto di religioni, analizziamo qual è il loro contributo alla sostenibilità. Che ruolo hanno le religioni in questa fase di grande cambiamento globale e di lotta allo spreco materiale?
La religione nell’Agenda 2030 della sostenibilità
Per quanto riguarda la creazione di un piano di salvataggio del pianeta sono stati interpellati diversi professionisti e tecnici. Da scienziati a economisti, dai tecnici a politici passando per i militari. Eppure gli unici che hanno da sempre avuto il rispetto dei concetti sostenibili sono stati tralasciati. In realtà, quando parliamo di religione e di sostenibilità dovremmo andare diversi secoli indietro nel tempo, andando molto prima la generazione del concetto di sostenibilità. Questo perché le religioni hanno da sempre professato un rispetto per la natura e per l’ambiente, senza tralasciare gli animali, che va oltre il concetto di salvaguardia del pianeta. Per le religioni, tutte, vige la sacralità del rispetto tra uomo e natura e tra uomo e animale andando a sostenere saldamente la convivenza pacifica dei tre elementi.
Se andiamo all’atto pratico le religioni sono implicate nel piano dell’agenda 2030 in tre settori diversi:
- Ambiente e alimentazione
- Comunità umane solidali e inclusive
- Vita umana lavoro e sviluppo tecnologico
Questi tre punti in realtà vanno ad abbracciare diversi obiettivi preposti nell’Agenda 2030. Si parte dalla fame del mondo, correlata con la responsabilità del consumo e della produzione da una parte alla protezione della vita e della terra. Si passa per la qualità educativa che implica altri obiettivi come la riduzione delle diversità popolari, la sostenibilità negli ambienti urbani e nelle comunità e la protezione di concetti di pace e di giustizia. Si conclude con i concetti di salute e benessere che implicano il lavoro dignitoso e la crescita economica più l’innovazione di imprese e infrastrutture. Tutto è collegato perché per chi crede in una qualsiasi religione, compie una evoluzione personale che poi si riflette nell’ambiente sociale e istituzionale.
Quali sono ad oggi le religioni sostenibili?
Sembrerà assurdo per tanti versi, specialmente se guardiamo i fatti di cronaca degli ultimi 20 anni, ma l’Islam è la religione che più incarna i canoni di sostenibilità ambientale. Evitare lo spreco dell’acqua, condividere il trasporto, dare precedenza al cibo a chilometro zero e a fare uso di carta riciclata e pannelli fotovoltaici sono solo alcuni degli esempi di questa religione. L’Islam è così la religione che ha sviluppato un’incisività maggiore nei comportamenti “green” dei fedeli, tanto che spesso le regole della religione coincidono con quelle dello stato. Ma sono ancora in netto svantaggio per quanto riguarda i concetti di diritti umani. Esattamente come in Medio Oriente, in Africa, in Cina e in Asia dove esistono ancora persecuzioni e terrorismo religioso. Così, se guardiamo all’inclusività e a tutto ciò che concerne l’essere umano, gli stati laici sono quelli che rispettano molto di più la libertà e i modi di esercitare una religione.
Dalla Bibbia che dai concetto del vecchio Testamento, ci sono riferimenti alla protezione dell’ambiente e all’attenzione allo spreco dell’acqua. Anche nel Pentateuco – il riferimento centrale dell’Ebraismo – vengono descritte le regole per la corretta urbanizzazione: per esempio tutte le attività produttive dovevano nascere fuori dal centro abitato perché inquinanti.
Nell’era dell’Antropocene e cioè nel momento in cui l’uomo è diventato il centro di tutto l’avvenire futuro, governando anche sulla terra e sull’ambiente, le religioni impostano un discorso alternativo per essere sostenibili. Vanno a dare un’impronta seria su quelle caratteristiche che riportano alla semplicità, tanto cara anche a Papa Francesco, e alla solidarietà. Quando ci si chiede cosa possiamo fare noi individui singoli per la sostenibilità, incontriamo quei concetti che si predicano nella religione: la rinuncia agli eccessi, all’inclusione solidale e pertanto all’unione tra spirito e natura.