Ieri a palazzo Chigi si è tenuto il vertice del Governo sull’emergenza migranti. La premier Meloni e i ministri Tajani, Piantedosi, Salvini e Crosetto hanno affrontato il tema dell’emergenza sbarchi focalizzandosi in particolare sulla strategia da attuare per assistere la Tunisia. Secondo l’esecutivo l’aiuto al Paese nordafricano, ormai sull’orlo di una pericolosa crisi economica e politica, è quanto mai urgente per arginare l’emergenza migratoria.
Da tempo il Governo italiano si sta spendendo affinché il Fondo monetario internazionale sblocchi almeno parte del prestito previsto a favore di Tunisi. L’erogazione dei fondi da parte del FMI è tuttavia subordinata alla realizzazione di una serie di riforme che il Paese sembra oggi impossibilitato ad attuare a causa di una grave instabilità istituzionale.
Proprio questa instabilità, aggravata dalla crisi economica, sta determinando un’impennata nel numero di partenze dalla Tunisia e, di conseguenza, di arrivi sulle coste italiane. L’ampiezza del fenomeno è peraltro destinata ad aggravarsi nei prossimi mesi con l’arrivo della bella stagione. Le proiezioni degli apparati di sicurezza hanno stimato, infatti, l’arrivo in Italia di 300-400mila migranti entro il 2023. Numeri che preoccupano e che richiedono un intervento immediato.
Vertice del Governo sui migranti: priorità all’assistenza alla Tunisia e ai rimpatri assistiti
Al centro della strategia del Governo sull’emergenza migranti c’è l’assistenza alla Tunisia. Come è noto, il Paese nordafricano è in trattativa con il Fondo monetario internazionale per sbloccare un aiuto economico da 1.9 miliardi di dollari. Dopo il primo accordo, tuttavia, il Fondo non hai mai dato il via libera all’erogazione dei fondi. Il governo Meloni, ben consapevole dell’impatto che il collasso tunisino avrebbe sull’Italia, si è più volte esposto per favorire la trattativa anche presso le istituzioni europee.
A conferma della collaborazione tra i due Paesi, nei prossimi giorni il ministro degli esteri tunisino Nabil Ammar incontrerà il ministro Tajani. Proprio Ammar ha riconosciuto, in un’intervista a Repubblica, il grande sostegno che il suo Paese sta ricevendo dal governo Meloni garantendo la sua disponibilità a collaborare sul dossier immigrazione. Secondo Ammar, tuttavia, la Tunisia sta già impiegando tutte le sue forze per prevenire le partenze. Da sola, tuttavia, non può fare di più: per gestire il fenomeno servono strumenti e risorse economiche che al momento il Paese non dispone.
La strategia del Governo sul tema immigrazione non si limita però solo alla Tunisia. L’altro punto fondamentale è infatti la prevenzione delle partenze da raggiungere coinvolgendo l’Europa nella gestione dei flussi e rafforzando i rapporti con i Paesi del nord Africa. Sul territorio italiano, poi, la premier Meloni vuole rafforzare il meccanismo dei rimpatri assistiti. Ad oggi, a fronte di migliaia di arrivi, il numero delle procedure di rimpatrio portate a termine sono ancora insoddisfacenti. Per risolvere il problema occorre non solo intensificare i rapporti con i Paesi di origine, ma anche rafforzare la rete di centri di accoglienza. Una strategia potrebbe essere la previsione di incentivi di tipo economico per favorire il rimpatrio volontario dei migranti ed evitare procedure di ricorso. La premier Meloni ha discusso questo ultimo punto già oggi durante il suo incontro con il primo ministro spagnolo Sanchez.