Carlo Ancelotti si racconta ai microfoni di Dazn nell’ultimo episodio del format ‘Linea Diletta’. Una panoramica del tecnico emiliano che va dall’obiettivo stagionale con il Real Madrid che si chiama chiaramente Champions League; passando per Vinicius Junior, uno dei tanti talenti che sta allenando ai Blancos, fino ad arrivare alle sue precedenti esperienze in Italia. Se col Napoli l’amore durò appena una stagione e mezza, con il Milan è stato un matrimonio cominciato da giocatore e terminato in panchina condito da un numero indefinito di successi in Italia e in Europa.
Carlo Ancelotti Dazn, il fascino del Real
Per molti la Champions è una ossessione, per altri è un trofeo conquistato a cui si ambisce senza un attaccamento morboso. Poi ci sono i club per cui è l’unica cosa che conta ma non per una patologia ma semplicemente per abitudine a frequentare il palcoscenico più importante del calcio per club. E questa è esattamente la descrizione del Real Madrid. “Un trofeo che possono vincere le otto squadre che sono nei quarti di finale, invece altri le guardano vincere. Quando il Real Madrid arriva ai quarti è molto pericoloso, è una società che respira la Champions League, per il Real questa è la competizione più importante, è la storia che lo dice” ha spiegato Carlo Ancelotti che è stato l’artefice della decima nel 2014 che stava diventando una vera e propria ossessione per i Blancos.
Milan e Napoli, due storie opposte
Il Milan e il Real Madrid sono state le sue squadre, dove è emersa la massima espressione del Carlo Ancelotti allenatore. “Nel Milan ho giocato e l’ho allenato, il Real rappresenta il massimo nel mondo del calcio: sono i due club a cui sono più legato, sono milanista e madridista, con una percentuale del 50 e 50″.
Come è giusto che sia, nessuna carriera è perfetta. L’esperienza al Napoli non è andata nel migliore dei modi col famoso ammutinamento di alcuni giocati nel secondo anno a causa di un ritiro che ruppe il legame anche con la società. “E’ successo quello che spesso succede nel calcio, ovvero che la società che due anni prima ti ha assunto perde feeling e fiducia nelle tue possibilità e nelle tue capacità. La cosa migliore che abbiamo fatto io e il Napoli in quel momento è stato chiudere. Quando un allenatore perde la fiducia del suo club deve chiudere immediatamente, il più in fretta possibile. Chiudere immediatamente è stata una delle cose migliori che abbiamo fatto io e la società”.
Ora proprio il Napoli potrebbe essere l’antagonista in una ipotetica finale di Champions League essendo dal lato opposto del tabellone del Real Madrid. “Potrebbe vincere la competizione. Lo step l’ha fatto la società rinnovando e cambiando le gerarchie all’interno dello spogliatoio, cambiando l’ambiente con giocatori e stimoli nuovi, dopo un allenatore che ha una grandissima esperienza nel gioco. Io considero Spalletti uno dei migliori allenatori al livello tattico. Questo connubio ha fatto sì che il Napoli vincerà il campionato” ha spiegato il tecnico di Reggio Emilia.
Tanti campioni allenati
Chiaramente quando si è sulla cresta dell’onda per così tanti anni si sono incontrati sul campo i giocatori più forti così come è servito un adattamento al cambiamento del tempo nelle abitudini e negli allenamenti. Ancelotti però non ha nessun rammarico: “Non ho allenato Totti, Messi, ma ne ho allenati veramente tanti altri. È un bellissimo viaggio, anche perché non c’è solo il calciatore. Sono tutti ragazzi molto giovani con i loro problemi, che a volte manifestano, a volte no, a volte li scopri a volte te lo dicono loro. Dietro c’è un mondo. Ragazzi di una generazione diversa dalla mia che hanno problemi diversi da quelli che avevo io alla loro età. Il lavoro dell’allenatore è bello anche per questo, è un continuo relazionarsi con dei caratteri diversi, delle nazionalità diverse e delle culture diverse”.
L’ultimo talento che portato nell’elité del calcio mondiale è Vinicius Junior: “E’ un talento incredibile, al di là della tecnica brasiliana lui ha un potere fisico straordinario. È instancabile. La differenza più grande la fa nella parte finale della partita quando gli altri si stancano. Nei prossimi 10 anni sarà uno dei migliori giocatori al mondo” ha concluso Carlo Ancelotti.