Nella notte tra martedì e mercoledì si è evitata una probabile tragedia dalle proporzioni peggiori di quella di Cutro: sono complessivamente 440 i migranti salvati dalla Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici senza Frontiere, al largo delle coste di Malta. L’allarme Sar arrivò domenica da Alarm Phone, mentre l’imbarcazione si trovava in balie di onde e vento in acque maltesi.
L’operazione di soccorso è durata quasi 12 ore, tra loro anche 8 donne e 30 bambini. Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva chiesto all’isola britannica di intervenire, facendo sapere di essere in contatto con le autorità in Libia. La Guardia Costiera di La Valletta è intervenuta successivamente, asserendo che le operazioni erano rese difficili dalle condizioni meteomarine avverse.
Geo Barents Malta, il governatore Schifani interviene sulla questione migranti
Ieri intanto nuova fumata nera durante il Consiglio dei Ministri secondo quanto riferiscono fonti governative. Qualche ora prima l’ammiraglio Nicola Carlone, colui che era stato additato di non aver gestito correttamente i soccorsi sfociati nella tragedia di Cutro, è stato sentito in audizione alla Camera davanti alla commissione Trasporti. In tale occasione il numero uno della Guardia Costiera ha elencato i numeri dei salvataggi dal 1991 a oggi, poi ha fotografato la situazione odierna attaccando duramente i Paesi vicini all’Italia. Nell’informativa ha parlato di “assenza o inadeguatezza”, nonché di violazione della Convenzione di Amburgo in materia di soccorso all’esterno delle acque territoriali. Nel caso dell’Italia ha definito questa pratica “una prassi ormai ricorrente”.
Uno dei protagonisti più interessati dagli sviluppi sul dossier immigrazione è Renato Schifani, attuale governatore della Sicilia. Nel corso di un intervento radiofonico, l’ex ministro ha paventato l’ipotesi di richiesta dello stato di emergenza rispetto a una prospettiva di aumento dei flussi migratori. Dal punto di vista dei contenuti si è allineato al diktat di Palazzo Chigi, ossia di intervenire a monte sugli Stati di partenza, con un focus particolare sulla Tunisia. Nello specifico, Schifani ha chiesto l’intervento del Fondo monetario internazionale e ha accolto con favore il potenziamento dei centri di accoglienza previsti dal governo (provvedimento che riguarderà anche la Calabria).