L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, più conosciuta come Antitrust, ha avviato un’istruttoria nei confronti di Meta “per accertare un presunto abuso di dipendenza economica nella negoziazione con Siae della stipula della licenza d’uso, sulle proprie piattaforme, dei diritti musicali”.
Secondo l’Ente guidato da Roberto Rustichelli, il colosso tech avrebbe interrotto le trattative per il rinnovo del contratto in maniera unilaterale, rimuovendo contenuti musicali tutelati da Siae dalle proprie piattaforme social (Instagram su tutti). Una possibile violazione dunque in materia di trasparenza ed equità su cui l’AGCM indaga.
Un chiaro abuso di posizione dominante di cui Meta si sarebbe avvalsa per chiedere a Siae di accettare un’offerta economica inadeguata, senza però fornire elementi alla controparte per valutarla. Un grave danno causato soprattutto agli utenti, vittime designate della controversia, ma anche ai cantautori “protetti” da Siae, che non potrebbero così raggiungere un’ampia fetta di pubblico che frequenta abitualmente queste piattaforme.
L’Antitrust spiega successivamente gli effetti collaterali di questa scelta, tra cui “ripercussioni anche sugli autori rappresentati da altre società” oppure “la remunerazione dei diritti connessi dei produttori di opere musicali e di tutte le altre posizioni giuridiche tutelate nell’ambito della legge sul diritto d’autore”.
Contestualmente all’istruttoria, l’Antitrust ha avviato anche il procedimento per adottare le eventuali misure cautelari ex art. 14-bis della legge n. 287/1990. L’obiettivo finale è garantire “la riattivazione di un processo di negoziazione tra Meta e Siae nel rispetto dei principi di buona fede, trasparenza ed equità”.
Istruttoria Antitrust sul caso Meta-Siae, interviene anche l’Agcom
Oltre all’istruttoria aperta dall’Antitrust, anche l’Agcom (il Garante delle comunicazioni) ha chiesto chiarimenti sul mancato accordo tra Meta e Siae per la tutela del diritto d’autore. In questo caso, l’Ente contesta a entrambe le parti una totale assenza di comunicazione. Il presidente Giancarlo Lasorella ha esposto i fatti lunedì davanti alle commissioni riunite Cultura e Trasporti della Camera.
Nel suo discorso in Aula ha dichiarato che “l’Agcom si riserva di azionare gli eventuali strumenti di diffida e di mancato rispetto dell’ordine di diffida». Al contempo ha confermato che “il caso Siae-Meta non rientra nel cosiddetto equo compenso per le trattative tra editori di giornali e piattaforme o altri settori che riguardano i diritti connessi, la equa remunerazione spettante ad artisti per il noleggio e il prestito delle opere”. In breve, l’Autorità non ha una competenza da rivendicare.
Nei giorni scorsi Siae aveva commentato per la prima volta pubblicamente l’accaduto, scaricando la responsabilità interamente su Meta. Salvatore Nastasi, presidente della Società, ha parlato di “comportamento da dittatore nordcoreano” riferendosi all’atteggiamento dell’azienda, al momento di discutere il rinnovo del contratto. Come scritto in precedenza, il colosso californiano avrebbe taciuto alcune informazioni, facendo leva sulla popolarità crescente di Instagram soprattutto tra i giovanissimi.
Dal canto proprio, Siae ribadisce la sua posizione rispetto “a una battaglia economica ma culturale, in difesa dell’industria creativa italiana“. Angelo Mazzetti, responsabile degli Affari Istituzionali di Meta, ha contrattaccato sostenendo che la richiesta per sedersi al tavolo dei negoziati era triplicata rispetto all’ultima transazione. Versione che Siae ha smentito.
Nella giornata di domani previsto nuovo incontro tra le parti.