Almeno una dozzina di persone sono rimaste ferite dopo che la polizia di Israele ha fatto irruzione nel complesso della Moschea di al-Aqsa, nella città vecchia di Gerusalemme. Secondo il comunicato ufficiale delle forze speciali, l’operazione viene descritta in maniera generica come una risposta ai disordini.

Sul posto è intervenuta la Mezzaluna Rossa, l’equivalente palestinese della Croce Rossa, tuttavia i militari israeliani hanno negato l’accesso all’interno del sito poiché è ancora in corso la procedura di sgombero. Di conseguenza, non è possibile conoscere il numero dei feriti, che sarebbero almeno 12 all’esterno della moschea. Tre di loro sono stati portati in ospedale con gravi escoriazioni.

Un portavoce della presidenza palestinese ha dichiarato che Israele “deve agire in modo responsabile e fermare questa assurdità, che avrà conseguenze pericolose per tutti.

Ancora scontri tra Israele e i palestinesi durante le festività

Sempre scorrendo il comunicato della polizia di Israele si legge che “centinaia di manifestanti si sono chiusi nella moschea armati di pietre e petardi, lanciate contro le forze di sicurezza quando sono entrate nella moschea”. Molti di loro sono stati arrestati, mancano i numeri ufficiali da parte dell’autorità.

L’unica certezza è che il blitz di questa mattina porterà nuovamente a tensioni tra le fazioni, dopo che nei primi tre mesi il numero di violenze e di vittime sia in Israele che nei Territori palestinesi occupati è aumentato. Nemmeno la duplice ricorrenza religiosa, da un lato il Ramadan e dall’altro la Pasqua, ha consentito una tregua momentanea.

Alcuni video sembrano mostrare violenti pestaggi e manganellate da parte delle forze dell’ordine nei confronti di alcuni civili, tuttavia non è chiaro se siano riferiti all’ultimo episodio. Wafa, l’agenzia di stampa ufficiale palestinese, ha dichiarato che durante l’incursione nel complesso sono stati usati gas lacrimogeni e che i fedeli sono stati barbaramente picchiati.

Raid aerei su Gaza, governo Netanyahu pronto a reagire

La situazione rimane fortemente satura e il governo israeliano, alle prese con la rivolta popolare legata alla riforma della giustizia, non sembra propenso a stemperare i toni. I membri del governo del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, hanno infatti sostenuto gli attivisti che hanno minacciato di macellare un agnello nel recinto della Spianata delle Moschee.

La moschea di Al-Aqsa è gestita dal Waqf, un’autorità religiosa giordana, da quando Israele ha occupato Gerusalemme Est nel 1967. I non musulmani non sono autorizzati a pregare e la polizia israeliana richiede ai visitatori di depositare tutti gli oggetti religiosi prima dell’ingresso.

Le Forze di Difesa Israeliane hanno inoltre dichiarato che cinque razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele nelle prime ore del mattino. Non sono stati riportati feriti. Per rappresaglia, l’IDF ha condotto attacchi su Gaza, colpendo quelli che, a suo dire, erano siti di produzione di armi di Hamas.

Scontri tra forze israeliane e palestinesi sono stati segnalati anche nella città palestinese di Beit Ummar. Un soldato è stato ferito, ha dichiarato l’esercito israeliano sul proprio canale Telegram.