Donald Trump parla dopo l’udienza tenutasi a New York. Ecco il messaggio che è arrivato da Mar-A-Lago dove il tycoon si difende dalle accuse rivoltegli contro e taccia il procuratore distrettuale Alvin Bragg di essere corrotto.
Trump dopo l’udienza
L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è intenzionato a difendersi da ogni accusa. “Nulla è stato fatto illegalmente” ha affermato il tycoon sul social “Truth” dopo l’udienza a New York. Poi l’accusa al procuratore distrettuale Alvin Bragg tacciato di essere finanziato da George Soros: “Bragg ha chiuso New York, ha mobilitato 38mila agenti e spenderà 200mila dollari di fondi della città per un accordo di non divulgazione legale da 130mila dollari“. Una battaglia che continua, quella dell’ex presidente degli Usa che ha promesso ai suoi sostenitori di continuare a combattere da Mar-a-Lago, in Florida, dove è tornato da New York dove si è tenuta l’udienza. Il giudice Juan Merchan gli ha contestato trentaquattro capi d’accusa punibili nello Stato di New York per un massimo di quattro anni.
Le dichiarazioni del tycoon
L’ex presidente si dice sconvolto per il trattamento riservatogli dalla giustizia americana e nel suo discorso da Mar-A-Lago si giustifica di fronte agli svariati capi d’accusa: “Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse succedere in America. Il mio unico crimine è stato quella di aver difeso, senza paura, l’America da coloro che vogliono distruggerla”.
Il processo, parla Joe Tacopina
Cosa è successo nell’aula del tribunale di New York? A rivelarlo è l’avvocato di Trump, Joe Tacopina, in un’intervista a Fox News: “Si è dichiarato non colpevole. Ha pronunciato le parole da solo. Ho pensato che fosse una cosa buona per lui da fare e lui voleva farlo. Quello che non ci aspettavamo è che presentassero l’incriminazione senza entrare nei dettagli”. L’avvocato del tycoon ha ritenuto sconvolgente che un procuratore statale cerchi di “perseguire una cosa così sottile come questa”. Il trattamento riservato a Trump nel corso dell’udienza di ieri a New York è stato definito dal suo legale come “giustizia armata“. Resta tuttavia la convinzione per l’avvocato che il caso non andrà a processo.
Le accuse
Trump è accusato da due donne di averle pagate in nero perché non rivelassero la loro relazione con lui nel 2016, il tutto truccando i bilanci. Un caso abbastanza grave al quale si è poi aggiunta la storia del portiere della Trump Tower: Dino Sajudin, il “doorman” che ricevette dall’ex presidente 30mila dollari a patto di non dire nulla del figlio illegittimo frutto della relazione tra il tycoon e una donna addetta alla portineria della Trump Tower.