Musa e Gizem, i due neonati dispersi dal terremoto in Turchia, sono tornati dalle proprie famiglie grazie all’esame del DNA
È terminata l’attesa per i due neonati turchi che, dalla notte del terremoto di magnitudo 7 che ha sconvolto la Turchia e la Siria, tornano oggi a riabbracciare le proprie famiglie. Gizem, di soli tre mesi e mezzo, e Musa, 10 mesi, sono riusciti a tornare a casa grazie alla prova del DNA.
54 giorni da quel terribile risveglio e due bambini riescono a tornare nelle loro famiglie.
54 giorni di terrore, con l’angoscia di non rivedere mai più i propri figli, con la paura nel cuore di saperli dispersi e nelle mani di chissà chi possa approfittarsi di creature indifese.
54 giorni di paura e di solitudine per due bambini che ancora oggi non hanno ancora ben chiaro che cosa sia successo nella notte di quel terribile 5 febbraio.
Oggi però Gizem, soprannome della neonata che in turco significa mistero, ha ritrovato l’abbraccio caldo della mamma. Ritrovata sotto le macerie 128 giorni dopo la prima scossa di terremoto, è arrivata in un ospedale della capitale Ankara dove ad aspettarla ha trovato la mamma Yasemin. Non c’è stato nulla da fare per il marito e gli altri due figli che sono deceduti sotto le macerie. Il ricongiungimento è avvenuto sotto gli occhi del Ministro delle Politiche Familiari turco, Derya Yanik che ha twittato il momento scrivendo: “Vetin è davvero un miracolo. Il fatto che sia sopravvissuta e non abbia avuto problemi di salute ci ha toccato il cuore”.
A lieto fine c’è anche la vicenda di Musa, il neonato di 10 mesi che è riuscito a tornare tra le braccia della sua famiglia. Ad attenderlo ci sono stati i genitori Katibe e Naser Alkhalef. La famiglia, insieme al figlio di due anni e alla figlia di quattro, era riuscita a salvarsi n quella terribile notte, ma Musa risultava ancora disperso.
In entrambi i casi la scienza è stata protagonista, visto che è stato proprio grazie alla prova del DNA se i piccoli neonati sono riusciti a ricongiungersi alle proprie famiglie. Notizie che, nel mare delle vicende negative che caratterizzano il popolo siriano e turco, scaldano il cuore e fanno ben sperare per il futuro.
Gizem e Musa non sono i soli neonati che hanno ritrovato la famiglia
Gizem e Musa sono stati fortunati, ma oltre a loro c’è anche la storia di Aya che ha scaldato i cuori di tutti coloro che hanno pregato e seguito le vicende del terremoto in Turchia. La piccola Aya è nata proprio durante il terribile terremoto ed è sopravvissuta per 10 ore sotto le macerie, tanto più che è stata trovata ancora con il cordone ombelicale attaccata alla madre. La bimba ha rischiato di essere rapita, ma la fortuna ha voluto un epilogo migliore per la creatura che due mesi fa ha trovato “casa” grazie alla prova del DNA ed è stata adottata dagli zii.
La paura della tratta dei minori e l’impegno di Unicef
Poco dopo l’accaduto, il Ministro della Famiglia Turco contava purtroppo 1362 bambini dispersi a causa del terremoto che ha colpito tutta la Turchia e parte della Siria nella notte tra il 5 e il 6 febbraio scorso. La paura più grande era sicuramente quella di trovare tra le macerie i corpi dei piccoli esseri umani, ma come ha anche ribadito il portavoce dell’Unicef Italia Andrea Iacomini a Radio Cusano Campus, la paura più grande è quella di alimentare la tratta dei minori. È per evitare proprio questo tipo di tragici epiloghi che l’Unicef si impegna da anni nei territori della Siria e della Turchia. Le condizioni delle famiglie rifugiate sono così precarie che è davvero importante intervenire per proteggere i più piccoli.