Situazione pronto soccorso. Sta facendo il giro dei tg la conferenza stampa di Rocca che si è reso conto della situazione imbarazzante dei pronto soccorso della regione Lazio, molto intasati, con liste d’attesa enormi, e ha deciso di instaurare un comitato nucleo ispettivo.

Pronto soccorso, Ricciuto (pres. Simeu Lazio): “Non abbiamo i posti letto centralizzati su una piattaforma comune”

Sul tema è intervenuto Giulio Maria Ricciuto, presidente Simeu Lazio, nella trasmissione “Italia città aperta” condotta da Roberta Feliziani in onda su Cusano Italia Tv

Cos’è questo nucleo ispettivo di cui parla Rocca? Ci sarà qualcuno che sta vicino a voi mentre lavorate?  

Sembrerebbe essere un nucleo che va a verificare che nei pronto soccorso si applichino le misure pensate per migliorare la situazione. Verrà presa in considerazione l’idea di attivare il nucleo nei momenti in cui dai dati regionali venisse fuori l’idea che non si sta applicando quanto pensato per migliorare la situazione”

Attualmente quando dovete trasferire un malato, è vero che andate avanti con il fax?

“Siamo arcaici perché non abbiamo i posti letto centralizzati su una piattaforma comune, li abbiamo solo per le situazioni critiche: la rianimazione, in terapia intensiva cardiologica e per quelli del Covid. Il resto viene gestita in maniera arcaica attraverso un’email-fax. Purtroppo ad oggi le strutture accreditate hanno la facoltà, da remoto, di scegliere i pazienti da ricoverare superando la decisione del medico di pronto soccorso”

Quindi una struttura medica accreditata, che è privata ma riceve i soldi pubblici, sceglie i pazienti da ricoverare sebbene abbiano i posti liberi?

“Esatto. Abbiamo denunciato più volte questa cosa ma ricevendo nessun tipo di feedback, né positiva né negativa. Siamo costretti a subire le scelte da remoto delle strutture accreditate rispetto a una lista di pazienti che abbiamo dal report. Spesso succede purtroppo che più strutture scelgano gli stessi pazienti. Se tutti i posti letto fossero in piattaforma verrebbero fuori certe storie. Se una struttura ha un accreditamento per posti letto acuti, deve avere la possibilità di ricoverare”

Il medico di pronto soccorso riceve il no, ha la responsabilità legale del paziente, si deve mettere al telefono a cercare chi può prendere questo paziente facendo passare del tempo prezioso.

“Ci aiutano molto la struttura del paid management ma il problema è la mancanza di vera scelta che deve compiere il medico che ha il paziente in carico, e nessun altro da remoto. Questo va contro la normativa, contro l’etica professionale. Eppure la dobbiamo subire pur di vedere i nostri pazienti ricoverati”

Avete una carenza di 5000 medici del pronto soccorso, è così?

“Sì, è in continuo peggioramento. Stiamo scomparendo, siamo una razza in via d’estinzione per un problema di mancanza di attrattività. Noi abbiamo una percentuale di ricovero degli accessi al pronto soccorso del 16%. È qualcosa che ormai sappiamo fare solo noi, qualsiasi altra figura ricoverebbe molto di più. Comunque tutte queste strutture intermedie non esistono quando i pazienti sono in reparto, perché i reparti sono bloccati da un altro imbuto. Il nostro imbuto dipende anche dall’imbuto che i reparti non riescono a dimettere. Pure che non mandiamo nelle lunghe degenze già è un primo errore, e pure se ci fossero non sarebbe niente male a partire dalle famiglie che devono tenere gli anziani dentro casa”

Al pronto soccorso non ci vuole andare più nessuno. Che cosa si può fare per snellire la situazione?

Sicuramente quello che si è iniziato a fare con questo nuovo governo appena insediato è l’inizio corretto, è solo l’inizio ma è quello corretto. Bisogna dare attrattività alla nostra professione. Il problema sono le borse che non vengono prese. Bisogna evitare i danni morali. Bisogna ridare flusso al pronto soccorso e non prevede la sostituzione dei medici di medicina generale e la sostituzione dei medici di reparti. Il sovraffollamento è dovuto alla mancanza di posti letto che rimangono in pronto soccorso. Le ambulanze rimangono fuori perché dentro non c’è posto. Come si fa a risolvere per le ambulanze, visto che quelle che rimangono fuori solo tra le 40 e le 60 e dentro ci sono tra le 600 e le 1000 persone? Basta togliere i pazienti che non devono stare più in pronto soccorso e metterli nei reparti. Così si risolverebbero i problemi dei flussi. Lei parlava delle paure delle denunce. Dichiarare ad esempio il pronto soccorso come ambiente a rischio di errore, significa eliminare la paura della colpa grave. Per la legge vigente così il medico di pronto soccorso non sarebbe perseguibile penalmente, ma solo la struttura. Questo è un aspetto importante per attrarre le persone a lavorare serenamente”

Il Policlinico è diventato il Far West.

Le aggressioni verbali ci sono di continuo. Non denunciamo neanche, perché adesso c’è la perseguibilità d’ufficio, prima dovevamo continuare a lavorare, aspettare la fine del turno e poi, stanchi, andare a denunciare. Avevi paura di rimanere solo, contro il delinquente e neanche protetto dall’azienda”

Sembra che questi vigilantes ve li stiano dando con molta parsimonia. Era stato promesso che dopo il Covid avreste avuto riconoscimento. L’unione infermieri ci ha detto che hanno preso un euro, voi non avete preso nulla?

“Da presidente Simeu, voglio ringraziare tutti i medici d’urgenza d’Italia perché non ce n’è uno dei malati di Covid che non sia passato per il pronto soccorso. Abbiamo visto tanti morti ma abbiamo salvato anche tante vite, ci siamo difesi e abbiamo imparato a conoscere il virus. Forse si sono infettati di più altri reparti. I nostri medici sono stati i migliori anche come stili di vita. Eppure non abbiamo mai dovuto chiudere per Covid come tanti reparti”

Il medico non è tutelato dalla politica. Rocca ha capito che la sanità è la chiave di tutto, se va bene quella poi il resto a cascata. La denuncia da parte dei direttori, che è vergognoso che si scelgano i pazienti, è una vergogna. È giusto che paghino e non abbiano più la convenzione. Il paziente ha diritto ad essere ricoverato e il medico del pronto soccorso ha diritto a non trovarsi impanato nelle maglie della sanità accreditata.

Con la piattaforma, dovendo mettere i posti letto in piattaforma, e quindi con un sistema centrale che manderà i pazienti in automatico, si comporteranno bene per forza perché gli rimarrebbe una cosa sola: rimandare i pazienti indietro, come talvolta già succede, ma dovrebbero rimandare i pazienti indietro al pronto soccorso che li ha mandati. Uscirebbe fuori la vera natura di alcune di queste strutture, soprattutto con pazienti che non sono redditizi. L’idea del presidente Rocca è eccezionale perché è automatico che chi ha la convenzione abbia il suo posto letto sulla piattaforma”

Dovrà accadere la stessa cosa di questa piattaforma per quanto riguarda le visite mediche, chi gestisce le agende di queste strutture?

“La questione è complicata. Viene dalla mancanza di organizzazione del territorio. In Italia si può permettere che, senza evidenza scientifica, si chiedano le visite, le ecografie, spesso inutilmente, perché mancano i percorsi. Purtroppo continuiamo a buttare tanti soldi in situazioni private, ci dovrebbero essere più percorsi. Il paziente al centro con specialisti che gli girano intorno e costruiscono il suo piano. Se noi continuiamo così, non ci sono più i medici per fare queste visite. Vanno tutti a pagamento”

La responsabilità è del medico curante.

“Esattamente. Quando c’è una categoria intera che lavora in maniera privatistica con i soldi dello stato e può più o meno aderire a dei programmi che sarebbero importanti, loro dicono no, dicono di non aderire. Oppure dicono di aderire ma di voler essere pagati. Ma non si può governare il sistema così”.