Portovesme Srl, le ultime notizie dopo la riunione fiume al MIMIT. Situazione in stallo per la Portovesme, la riunione fiume al MIMIT non ha dato le risposte sperate dai circa 1500 lavoratori che stanno rischiando di perdere il posto di lavoro per l’interruzione della produzione dello stabilimento. con sede in Sardegna “L’impedimento unico al riavvio degli impianti è solamente l’alto costo energetico e Glencore conferma che non vuole abbandonare le attività del territorio”. Al termine della lunga riunione che si è tenuta, tra ieri pomeriggio e questa mattina, al MIMIT con i vertici della Glencore, comandante della Portovesme Srl, gli stessi dirigenti della società con sede in Sardegna, la sottosegretaria Bergamotto e il suo staff, i rappresentanti sindacali dei lavoratori hanno emesso un comunicato per spiegare come stiano le cose. La situazione è in stallo: se da una parte la Glencore, controllante della Portovesme, non vuole rinunciare alle attività sul territorio italiano, dall’altra il Governo dichiara di aver messo in campo quanto possibile per cercare di far ripartire le attività del comparto sardo. Tanto che, alla fine di un comunicato emesso dalla RSU della Portovesme, i lavoratori hanno commentato: “Le RSU esprimono un giudizio fortemente negativo rispetto all’esito della riunione e si riservano di valutare le azioni future da intraprendere”. Insomma a quanto pare è ancora tutto da fare, e i lavoratori rimangono in vigile attesa. La vicenda non si chiuderà certo qui, per il 12 aprile è stato fissato un nuovo incontro per cui i rappresentanti sindacali chiedono: “Coglieremo occasione nell’incontro del 12 aprile al MIMIT di richiedere ufficialmente che al possibile tavolo tecnico tra Glencore e MIMIT ci sia anche una nostra delegazione sindacale”. Mentre da parte del MIMIT arriva una nota in cui si fa riferimento alla riunione fiume tenuta in questi due giorni a Roma. “Sono emerse posizioni – si legge nella comunicazione del Ministero – considerate non rinunciabili da entrambe le parti”. Insomma ognuno è fermo sulle sue convinzioni e per ora non sembra muoversi molto.

“Sono tornata a chiedere ufficialmente la ripresa della produzione – spiega la sottosegretaria Bergamotto come riportato dall’Ansa – ma i vertici dell’azienda non hanno acconsentito. Il problema non è solamente il costo dell’energia, quanto la necessità per il gruppo Glencore di mettere in campo un progetto di riconversione che vada verso l’economia circolare, come hanno affermato i presenti. Noi siamo pronti ad aiutarli per la riconversione industriale, ma occorrono garanzie per il presente e per il futuro dei lavoratori, che allo stato non ci sono state evidenziate”.

Portovesme Srl c’è una situazione di stallo. La Glencore fa sapere: “L’unico impedimento al riavvio è il costo energetico”

Nello specifico, la società controllante con sede in Svizzera, secondo il Ministero del Made in Italy, non avrebbe recepito la necessità di dare certezza alla ripresa delle attività produttive. “Sono tornata a chiedere ufficialmente la ripresa della produzione – spiega la sottosegretaria Bergamotto come riportato dall’Ansa – ma i vertici dell’azienda non hanno acconsentito. Il problema non è solamente il costo dell’energia, quanto la necessità per il gruppo Glencore di mettere in campo un progetto di riconversione che vada verso l’economia circolare, come hanno affermato i presenti. Noi siamo pronti ad aiutarli per la riconversione industriale, ma occorrono garanzie per il presente e per il futuro dei lavoratori, che allo stato non ci sono state evidenziate”. Intanto i rappresentanti sindacali, attraverso il loro comunicato fanno sapere che l’amministratore Delegato di Glencore, Garofalo ha chiarito che “la riunione sia stata lunga e impegnativa per la complessità dei temi, visto l’impatto sociale che l’attuale assetto dei due stabilimenti sta generando e vista la difficoltà a trovare delle soluzioni strutturali al problema. Ribadisce infatti che l’impedimento unico al riavvio degli impianti è solamente l’alto costo energetico e Glencore conferma che non vuole abbandonare le attività del territorio”. Insomma le trattative devono continuare, per ora non riprendono le produzioni e l’unico aspetto positivo rilevato dai lavoratori e’ “La creazione di un tavolo tecnico tra la controllante e il MIMIT”, che non andrà oltre il 30 giugno del 2023 “per la determinazione di una ‘strategia’ comune”. La strategia necessaria alla riconversione dello stabilimento “verso nuove produzioni possa avvenire con la massima garanzia per tutti i lavoratori e le lavoratrici”.