La trattativa tra il Manchester United e l’emiro Al Thani potrebbe subire una brusca frenata a causa di alcuni dubbi del governo inglese. Sembra quasi tutto fatto per il passaggio dalla famiglia Glazer, che acquistò il club nel lontano 2005, e l’emiro qatariota, ma i funzionari del governo britannico hanno espresso preoccupazione in merito. L’indiscrezione è stata riportata da Bloomberg, secondo cui i funzionari sarebbero preoccupati sulle precedenti carenze normative presso la Qatar Islamic Bank, dove lo sceicco Jassim è presidente dal 2006.
Manchester United, i dubbi su Al Thani
Nonostante, almeno per ora, non ci sia nessun indizio secondo cui il governo britannico voglia bloccare l’acquisto dei red devils da parte dello sceicco Jassim, le preoccupazioni potrebbero portare i ministri ad esercitare pressioni sulla Premier League, affinché vengano fatte tutte le analisi del caso sui potenziali acquirenti del Manchester United.
In particolare i dubbi si riferiscono alla gestione di QIB da parte dello sceicco Jassim e alla multa di 1,4 milioni di sterline che la sede britannica ricevette nel 2016 dalla Banca d’Inghilterra. La motivazione fu quella di aver violato i requisiti patrimoniali che hanno esposto l’azienda a livelli di rischio elevati. Andrew Bailey, allora CEO della Prudential Regulation Authority e ora governatore della BOE, dichiarò all’epoca che la QIB “non era riuscita a soddisfare alcuni degli standard normativi più basilari”.
Il governo britannico, quindi, si trova in bilico tra la volontà di attirare maggior investitori nel Regno Unito, facendo diventare il Paese una meta gradita per gli investimenti, ma allo stesso tempo vuole proteggere i club della Premier League dai proprietari che potrebbero rappresentare un rischio per la loro gestione stabile. Lo sceicco Jassim, figlio dell’ex primo ministro del Qatar Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, e membro della famiglia reale dello Stato del Golfo, è a capo di un gruppo che ha presentato un offerta da 5 miliardi per acquistare il club. Jim Ratclife, ossia il miliardario britannico proprietario di Ineos, è il principale rivale in questa corsa, mentre il fondo Elliott sarebbe interessato solamente ad entrare nella società con una quota di minoranza.