Sono bastati pochi giorni di discussioni e polemiche accese e nella notte il murale a Rimini che ritrae l’uomo che allatta un bambino è stato cancellato con vernice bianca. L’opera, che era stata autorizzata dal comune, ultimata sabato da Oliver Vicenzi, rappresentava un inno in favore delle coppie omogenitoriali. Sul caso indaga la Digos con l’intento di identificare i responsabili.
Cancellato il murale a Rimini per i diritti LGBT
Qualche pennellata di vernice bianca, è stato cancellato così il murale realizzato da Kage. Questo il nome d’arte di Olivier Vincenzi, che ha realizzato l’opera per rivendicare i diritti delle coppie gay. Nell’opera, che era stata ultimata in questi giorni su un muro in via Savonarola, a due passi dal centro storico, si vedeva raffigurato un uomo con la barba lunga, in canottiera e pantaloncini, che allatta un neonato. Accanto all’immagine la scritta a caratteri cubitali Equacity. Un murale che aveva da subito suscitato la curiosità di molti, ma anche l’ira di tanti cittadini che si erano detti contrariati. Immancabile ovviamente una vera e propria battaglia politica soprattutto tra gli esponenti della Lega e il sindaco della città di Rimini.
La Digos della questura intanto ha reso noto che saranno avviati degli approfondimenti in merito alla distruzione avvenuta la scorsa notte. Il gesto non è stato al momento rivendicato da nessuno.Non ci sono ancora piste da seguire e non sono pervenute denunce da parte dell’artista. Una netta presa di posizione da parte di alcuni esponenti politici del centrodestra aveva, già nella giornata di ieri, acceso il dibattito. Immediate le relative repliche, a difesa dell’opera, tra cui quella del sindaco della città Jamil Sadegholvaad. Il comune infatti aveva reso noto di aver autorizzato l’opera.
Il commento del sindaco di Rimini
E proprio il sindaco Jamil Sadegholvaad, questa mattina ci ha tenuto a condannare pubblicamente il gesto della vernice bianca.
“Le sentinelle della libertà – scrive il primo cittadino – hanno provveduto alla liberazione di Rimini passando una mano di vernice bianca sul murale di via Savonarola. Savonarola non a caso: c’è sempre un rogo, o un pennello che censura e cancella, nella testa degli intolleranti e dei violenti”. Rimini, conclude Sadeghoolvaad, “è e sarà sempre una città libera”.
Il sindaco, furioso per l’accaduto, ha rincarato la dose:
“La cancellazione è inutile: non tanto e non solo perché comunque un altro murale verrà, ma perché con questo ‘atto’ hanno per sempre reso immortale l’uomo che allatta. Volendo toglierlo dalla quotidianità lo hanno direttamente elevato alla permanenza permanente”.
Proprio su quel muro infatti, in via Savonarola, di fronte alla chiesa di San Nicolò, un anno fa era comparso un altro murale che recitava “Trans è bello” e che ora era sostituito da quello di Kage, in favore delle coppie omogenitoriali. Anche nel primo caso non erano mancate le discussioni.
Il commento dell’Arcigay
E mentre il comune, nella figura del sindaco Sadeghoolvaad, chiede alle forze dell’ordine di visionare le immagini delle telecamere della zona per individuare i responsabili, sull’argomento interviene anche Marco Tonti. Il presidente di Arcigay Rimini e coordinatore dell’associazione in Emilia-Romagna ha così commentato:
“Se pensano che con una mano di bianco abbiano risolto il problema – scrive – si sbagliano di grosso, la vita, l’amore e l’esistenza sono inarrestabili e come un fiore che germoglia forando un manto di asfalto troveranno sempre il modo di vivere e crescere, se ne facciano una ragione i censori leghisti e destrorsi, fautori della democratura totalitaria alla Orban, perché troveranno nella comunità LGBTQI+ sempre una difesa della democrazia, della libertà e una prospettiva di società paritaria e inclusiva, a qualunque costo”.