Una paurosa valanga ha travolto un gruppo di turisti sul versante indiano dell’Himalaya, il complesso montuoso più alto al mondo. Le autorità locali hanno confermano il ritrovamento di 7 cadaveri, mentre i feriti sono 11. Il portavoce dell’esercito, il tenente colonnello Mahendra Rawat, ha dichiarato che i soccorritori hanno estratto almeno 23 turisti dalla neve e li hanno portati in ospedale per le cure del caso.
La Border Roads Organization indiana (l’ente di riferimento delle infrastrutture di confine, soprattutto le strade) ha dichiarato che i turisti sono stati colpiti dalla valanga vicino al passo Nathu La, nello Stato del Sikkim, al confine con la Cina. Un video diffuso dall’esercito indiano mostra i soccorritori che scavano nella neve alla ricerca dei dispersi.
Si tratta del primo caso di cronaca nel 2023. L’anno scorso 27 apprendisti alpinisti rimasero uccisi da una valanga nella regione settentrionale dell’Uttarakhand. Solo ieri un episodio molto simile nell’Himachal Pradesh, sempre nell’India settentrionale. La massa di neve è caduta prevalentemente in zona disabitata ma il villaggio di Shuling è stato parzialmente coinvolto, per fortuna senza gravi conseguenze.
Valanga in Himalaya, studio conferma scioglimento dei ghiacciai
Gli studiosi sono abbastanza concordi che fenomeni quali la valanga avvenuta oggi in Himalaya siano dirette conseguenze del cambiamento climatico.
Un nuovo studio rivela infatti che la perdita di massa dei ghiacciai è stata significativamente sottovalutata, a causa dell’incapacità dei satelliti di vedere i cambiamenti che avvengono sott’acqua. La principale implicazione di questa condizione è la disponibilità di risorse idriche della regione.
L’indagine è stata condotta da un team internazionale che comprende ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze (CAS), della Graz University of Technology (Austria), dell’Università di St. Andrews (Regno Unito) e della Carnegie Mellon University (Stati Uniti).
La sottostima è pari al 6,5% con il picco raggiunto nella regione di Galong Co pari al 65%. Questi errori di rilevamento sono dovuti alla difficoltà di creare immagini satellitari. Negli ultimi vent’anni i laghi proglaciali della regione sono aumentati del 47% in numero, del 33% in superficie e del 42% in volume.