Mara Carfagna, presidente di Azione, è intervenuta ai microfoni dei cronisti presenti in un punto stampa a Gizzeria in provincia di Catanzaro. L’espressione del Terzo Polo è intervenuta su temi che in queste ore stanno animando il dibattito politico, ad esempio quello relativo al PNRR ed ai suoi ritardi. Nella giornata di ieri hanno fatto discutere le parole del leghista Molinari che ha, di fatto, proposto di rinunciare ad alcune delle somme del piano. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si sono già espressi nel senso della perplessità e dell’accusa all’esecutivo. Azione, oggi, commenta così:

Chiediamo trasparenza – ha detto Mara Carfagna – ci sono due modi di stare al governo. Uno è quello di lavorare per realizzare i progetti, affrontare i problemi, e sappiamo che nell’attuazione del Pnrr gli ostacoli sono tantissimi, non lo vogliamo nascondere. Poi c’è un altro modo di stare al governo, che è quello invece di fare allarmismo e lavorare magari per vincere le prossime elezioni e non per risolvere i problemi. Questo governo in questi mesi si è perso più nelle polemiche sui rave, sulle Ong, sul dibattito sul fascismo, che sul Pnrr. E i risultati si vedono, perché il dossier è praticamente fermo: a distanza di sei mesi non sappiamo quali sono i capitoli che vogliono cancellare o riscrivere. Io ricordo che noi, in meno di un mese, ereditammo il Piano scritto dal governo Conte 2 non dicendo “però non lo abbiamo scritto noi, è impossibile realizzarlo.

PNRR, l’avvertimento di Azione

Mara Carfagna, poi, s’è detta preoccupata circa il destino del Sud Italia che rischia, sul fronte PNRR, di veder ridotte di molto le risorse ad esso destinato. Le sue parole:

rischia di saltare l’architrave più importante del Pnrr, lo dico qui dalla Calabria, dal Sud: rischia di saltare quel vincolo del 40% dei fondi destinati al Mezzogiorno, che noi avevamo individuato come strumento per ridurre i divari territoriali, facendo un lavoro molto difficile di sostegno, di monitoraggio 24 ore su 24, di assistenza alle amministrazioni locali

Autonomia differenziata: sì, però

A proposito di Sud Italia, Mara Carfagna è intervenuta anche sull’autonomia differenziata. La riforma ha preso impulso in seno all’approvazione del decreto in Consiglio dei Ministri. La Presidente di Azione non si è detta contraria in assoluto, ma nel merito. Il commento:

Non siamo contrari all’autonomia, io personalmente non sono contraria, però mi limito o osservare che il disegno di legge Calderoli rischia di penalizzare il Sud perché la definizione dei Lep è demandata a una commissione di saggi, di esperti, di oltre 60 persone, ma non sono però finanziati. Per superare la spesa storica e definire i Lep c’è bisogno di finanziarli e di stanziare le risorse.

Carfagna, poi, propone di recuperare quello che:

Noi avevamo fatto con il governo Draghi, su mia proposta: erano stati definiti dalla commissione tecnica fabbisogni standard, perché c’è già una commissione tecnica che si occupa di definire i livelli essenziali delle prestazioni. Poi, il compito della politica è quella di stanziare le risorse, e noi stanziammo qui due miliardi per finanziare tre livelli essenziali delle prestazioni: per gli asili nido, per il trasporto scolastico degli studenti con disabilità e per gli assistenti sociali. Questo governo invece si limita a dire che i Lep verranno definiti ma il disegno di legge prevede che sia a costo zero questa autonomia.

Al centro delle preoccupazioni di Mara Carfagna, quindi, c’è la posizione del Mezzogiorno. Lo ha ribadito in chiosa dicendo che:

Questa mi sembra una presa in giro per il Sud. Soprattutto questa autonomia rischia di non avvantaggiare il Nord.