I fondi del Pnrr non sono a rischio. Questa, almeno, è la posizione ufficiale espressa ieri dalla Premier Meloni in visita al Vinitaly. La presidente del Consiglio ha infatti chiaramente fatto sapere che «l’ipotesi di rinunciare a parte dei fondi non è sul tavolo», smentendo di fatto quanto ventilato da Riccardo Molinari. Il deputato leghista ha infatti avanzato ieri l’ipotesi di rinunciare a una parte dei fondi a debito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La prospettiva, prontamente smentita da Palazzo Chigi, non è bastata a placare la polemica delle opposizioni e, soprattutto, a convincere sulla strategia che si intende intraprendere per salvare i fondi del Pnrr. Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici e monetari, ha oggi rassicurato: «la Commissione lavorerà con il Governo italiano per rendere il piano attuabile».

Fondi Pnrr, per la premier Meloni è allarmismo ingiustificato. Gentiloni rassicura sulla collaborazione dell’Europa

Il tema del ritardo sulla spesa dei fondi del Pnrr continua a essere centrale nel dibattito politico. La questione, aperta dal ministro Fitto una settimana fa, continua a far discutere e soprattutto preoccupare. Il dibattito si è ulteriormente incendiato ieri, quando il deputato leghista Riccardo Molinari ha aperto all’eventualità di rinunciare a una parte dei fondi. Secondo Molinari, infatti «o si cambia la destinazione dei fondi o spenderli per spenderli a caso non ha senso».

La presidente del Consiglio Meloni ha prontamente smentito questa ipotesi e ha dichiarato che il Governo non ha intenzione di rinunciare ai fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. La premier si è detta infatti non preoccupata e ha puntato il dito contro quella che definisce una vera e propria ricostruzione allarmista, respingendo peraltro le eventuali responsabilità del suo esecutivo sui ritardi. Su questo, infatti, le sue parole sono state molto chiare: «stiamo lavorando molto anche per favorire soluzioni a problemi che oggi nascono ma che non sono figli delle scelte di questo Governo». Meloni ha poi rassicurato sul rapporto con Bruxelles, con il quale c’è un ottimo clima di collaborazione.

Dal canto suo Molinari ha tentato di placare il clamore suscitato dalle sue parole ieri, pur ribadendo la sua posizione:

Io ho detto una cosa assolutamente in linea con quello che dicono Meloni e Fitto. È un ragionamento logico. Proviamo a seguire. Allora Fitto dice: entro il 2026 alcuni progetti non riusciamo a finirli, meglio parlarne subito che aspettare. Ok? Come si risolve il problema? Ci sono due vie. O si ricontratta in Europa il Pnrr, e quindi si destinano quei fondi ad altro. Oppure se non si riesce piuttosto che spenderli male meglio non spenderli. È un ragionamento assolutamente logico. Se la Meloni dice: riusciremo a spenderli e riusciremo a ricontrattare, evviva. Stappiamo lo spumante

Nel dibattito sul destino dei fondi del Pnrr è intervenuto infine anche Paolo Gentiloni, commissario dell’Ue per l’economia, che ha rassicurato sulla collaborazione della Commissione europea che lavorerà con il Governo italiano per rendere il  Piano di Ripresa e Resilienza italiano attuabile.  Secondo Gentiloni, infatti:

È un obiettivo comune di Europa e Italia far funzionare questo piano. Sul Pnrr dobbiamo essere più occupati che preoccupati. Il punto è che se noi siamo convinti del fatto che l’antidoto principali al rischio di una crescita moderata o stagnante per un Paese con margini di spesa ristretti, è costituito da fondi del Pnrr, è chiaro che dobbiamo lavorare insieme. La Commissione lavorerà con il Governo per rendere questo piano il più possibile attuabile