Il giallo di Rovigo si arricchisce di un nuovo tassello: gli inquirenti hanno ritrovato l’arma del delitto usata per l’omicidio di Rkia Hannaoui. Si tratta di una pistola, rinvenuta in un terreno vicino casa della donna, ad Ariano Polesine. Qualcuno l’aveva nascosta: l’ipotesi è che il presunto killer possa aver deciso di nascondere l’arma per depistare le indagini.
La 31enne casalinga, di origini marocchine, era stata rinvenuta in casa agonizzante, dopo essere stata colpita da un proiettile alla testa. Ricoverata in condizioni disperate, per lei non c’è stato nulla da fare: è deceduta in ospedale.
La donna abitava nel piccolo comune della provincia di Rovigo assieme al marito e ai due figli. A dare l’allarme era stato proprio uno dei due bambini, che era in casa al momento della tragedia. Ha prima visto la madre cadere sui fornelli della cucina e poi stramazzare agonizzante al suolo. Una versione in un certo senso confermata dall’autopsia svolta ieri: gli accertamenti avevano dimostrato la presenza di un proiettile nel cranio della vittima, ed escluso che il colpo fosse partito da distanza ravvicinata.
La magistratura dispone nuovi accertamenti di carattere balistico
L’autopsia ha riscontrato un foro d’ingresso nella tempia sinistra, riconducibile a un proiettile calibro 22, cioè una pallottola di piccolo calibro. Gli esami hanno dunque confermato le ipotesi di una prima Tac, che aveva evidenziato un foro sul capo della donna. Il proiettile ha trapassato il suo cranio ed è stato rinvenuto nel lato destro della sua tempia. Chi indaga sta ora cercando di capire come abbia fatto il killer a centrare la sua vittima da tale distanza.
La magistratura ha chiesto nuovi accertamenti di carattere balistico. Si cercherà di approfondire anche la compatibilità tra il proiettile rinvenuto e le armi identificate dagli investigatori. Aperto anche un fascicolo per omicidio.
La ricostruzione dell’omicidio di Rovigo: dall’allarme alle prime scoperte degli investigatori
Un caso ancora oscuro, sul quale gli inquirenti stanno cercando di fare luce. Ripercorrendo nei dettagli la cronistoria dell’omicidio, i carabinieri sono intervenuti nella casa di via Fine, ad Ariano Polesine, su segnalazione di un vicino di casa della vittima. Rkia Hannaoui, 31 anni, viveva lì con il marito, Lebdaoui Asmaoui, 52 anni, e i due figli di 8 e 11 anni.
Il ritrovamento del cadavere è avvenuto alle 16 circa di martedì 28 marzo. Il figlio della vittima, dopo aver assistito alla scena, è corso dal vicino di casa per chiedere aiuto. Quest’ultimo ha chiamato i soccorsi e le forze dell’ordine. La donna ha raggiunto l’ospedale di Rovigo intorno alle 18: ricoverata in terapia intensiva, nemmeno 24 ore dopo la commissione medica ha decretato la sua morte.
Proprio al vicino che ha dato l’allarme sono stati sequestrati alcuni fucili, che quest’ultimo deteneva regolarmente, ma all’appello mancava una pistola. Ora bisognerà approfondire se si tratti proprio della pistola rinvenuta nei campi, e se sia stata proprio quell’arma a sparare. Non è da escludere a priori che possa essersi trattato di un colpo esploso per sbaglio, in maniera fortuita. Proprio per questo la magistratura ha aperto un fascicolo contro ignoti.