Docente tutor 2023, prendono corpo le nuove disposizioni introdotte nella bozza del decreto, in fase di decreto attuativo. Negli ultimi giorni, si parla spesso delle nuove disposizioni promosse dal Ministero dell’Istruzione per la figura del docente tutor e orientatore.

Nel merito, il discorso cade sulle dichiarazioni rese dal Ministro dell’Istruzione Valditaria, che ha chiarito la natura del docente tutor nella formazione scolastica, specie se orientata negli indirizzi delle scuole secondarie di II grado, ovvero nel momento dell’ingresso verso il percorso universitario o nel mondo del lavoro.

Si parla, infatti, di circa 40mila insegnanti, a cui verrebbero assegnati gli studenti del liceo e istituto tecnico – professionale, ancor prima dell’orientamento universitario o nello svolgimento di un’attività lavorativa. Vediamo insieme, le caratteristiche principali della figura del docente tutor 2023.

Docente tutor 2023: requisiti e compenso

Secondo quanto previsto nella bozza del decreto ministeriale promossa dal Ministro dell’Istruzione Valditaria, per il biennio scolastico 2023/2024 dovrebbero essere inserite nell’ambito scolastico due nuove tipologie di docenti: docente tutor e docente orientatore.

In sostanza, dovrebbe essere messe in campo all’incirca 40mila insegnati che dovrebbe svolgere il compito di avvantaggiare lo studente verso un percorso universitario o nella scelta dell’attività lavorativa. L’obbiettivo resta di incanalare le forze in un progetto che miri a ridurre la dispersione scolastica. Per questo, nelle prossime settimane i docenti tutor dovrebbero seguire un corso di aggiornamento.

Per questo progetto, sono state previste due figure principali, quali: docente tutor e docente orientatore.

Nello specifico, secondo quanto riportato nelle prime indicazioni istituzionali, le scuole dovrebbero garantire la presenza del docente orientatore che dovrebbe predisporre i compiti sia per il docente tutor che per studenti e famiglie.

Chi può essere docente tutor?

In entrambi i ruoli è necessaria l’adeguata formazione a svolgere i compiti assegnati, per cui si prevede il rispetto di uno o più requisiti.

Il Ministero dell’Istruzione ha stabilito una serie di requisiti e condizioni da possedere all’atto dell’accesso come docente tutor o docente orientatore, quali:

  • la presenza minima di cinque anni di anzianità di servizio regolamentata con contratto indeterminato;
  • la presenza di un percorso finalizzato ai compiti orientativi del tutor scolastico, come ad esempio referente per l’orientamento, ambito del PCTO e così via;
  • essere disponibile a ricoprire il ruolo tutor per un periodo triennale.

Quanto viene pagato un docente tutor?

Secondo le disposizioni presenti nell’articolo 1, comma 561 della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, più conosciuta come la legge di Bilancio 2023, il Ministero per sovvenzionare i progetti del tutor dovrà attingere al Fondo particolare istituito per la valorizzazione del personale scolastico.

In particolare, il govero italiano dovrà mettere in campo risorse pari a 150 milioni di euro per l’anno 2023, per l’anno scolastico 2023/2024.

Le risorse andranno ripartite per le diverse istituzioni scolastiche e, solo in presenza degli incentivi gli istituti dovranno occuparsi dell’individuazione dei docenti che ricopriranno il ruolo di docente tutor, tra coloro che hanno concluso la formazione propedeutica.

Gli istituti scolastici dovranno impegnarsi a recuperare il personale da adibire alla figura di orientatore, secondo i criteri fissati nella bozza del decreto.

Al docente tutor spetta un contributo economico subordinato dalla presenza di diverse condizioni, tra cui:

  • per il docente tutor viene riconosciuto uno compenso lordo del valore tra 2.850 euro fino a 4.750 euro;
  • per un docente orientatore, viene riconosciuto un compenso lordo tra 1.500 fino a 2.000 euro.

Per docenti che intendono candidarsi per la figura di tutor o orientatore, devono seguire un corso di formazione di complessive venti ore. I docenti che rientrano nelle figure individuate dagli istituti, dovranno garantire la continuità dell’incarico assunto per l’intero triennio. Al fine di consentire agli studenti il prosieguo del percorso triennale.