McDonald’s ha deciso di chiudere tutti i suoi uffici (non i ristoranti!) per una settimana, imponendo il lavoro da remoto per tutti i dipendenti corporate del colosso della ristorazione fast food.
Smart working e licenziamenti: paura McDonald’s
Secondo un articolo del Wall Street Journal, sarebbero attesi diversi licenziamenti. Il tutto accompagnato da un gelido messaggio:
“Durante la settimana del 3 aprile, comunicheremo le decisioni chiave relative ai ruoli e ai livelli del personale in tutta l’organizzazione McDonald’s”.
Ignota la portata di quella che sembra essere parte di una ristrutturazione aziendale. Le manovre dovrebbero cominciare ad ore, dopo che la società ha richiesto ai suoi dipendenti di lavorare da casa. Secondo il WSJ ciò è utile affinché si possano licenziare virtualmente i membri del proprio personale.
Il timore di licenziamenti in tutto il mondo
McDonald’s, la catena fondata a San Bernardino nel 1940, con sede a Chicago, ha preannunciato il tutto ai suoi dipendenti la scorsa settimana in un’e-mail interna. E, sebbene il messaggio fosse rivolto principalmente ai dipendenti statunitensi, sono stati inclusi anche alcuni dipendenti di aziende internazionali. Nella nota, i dirigenti dell’azienda hanno anche consigliato di annullare i prossimi incontri di persona con fornitori e altre parti esterne presso la sede centrale. Inoltre hanno richiesto, ai lavoratori che non hanno accesso a un computer, di fornire le proprie informazioni di contatto personali al proprio manager. Non sono giorni quieti per i circa 200mila dipendenti in tutto il mondo del colosso dalla M gialla: di questi, circa il 75% è impiegato in tutto il resto del mondo.
Il Ceo aveva annunciato: “Tagli da aprile 2023”
Così come aveva annunciato il Ceo di McDonald’s Chris Kempczinski, tempi duri sarebbero arrivati per i dipendenti a partire dal mese di aprile. Come diverse altre compagnie americane che sono riuscite ad evitare il fallimento, la causa della crisi aziendale si ritrova nell’inflazione crescente che colpisce gli Stati Uniti e tutto il mondo, insieme al concreto timore di una recessione fulminante. Il tutto poi con il dato della crescita mondiale: quella di McDonald’s si è arrestata a causa dell’aumento del dollaro e dell’invasione russa dell’Ucraina. L’addio al mercato russo (sebbene continui ad esserci in Russia una versione molto simile, Zio Vanya), oltre a quello del Kazakhstan a causa delle difficoltà negli approvvigionamenti, hanno ulteriormente accellerato il processo.