Corviale demolizione serpentone. Demolire il serpentone di Corviale. Arriva la proposta della Regione Lazio che vorrebbe buttare giù il palazzo lungo un chilometro e visibile a grandi distanza, per riqualificare la zona e soprattutto per annullare l’effetto alveare. I lunghi corridoi con le numerose porte, le scale tutte uguali per raggiungere i numerosi appartamenti, tutti alloggi popolari. La struttura del palazzone (c’è chi dice che è talmente imponente che abbia anche ‘spento’ il ponentino, rinomato venticello di Roma), noto anche come Serpentone, di Roma Ovest è stata spesso contestata proprio per le caratteristiche negative che ne fanno parte. Aspetti messi anche in evidenza da un famoso fil con Paola Cortellesi, che, nei panni di un architetto, aveva provato a riqualificare l’area con un progetto in cui erano previste diverse zone verdi e soprattutto dei segnali evidenti con cui gli abitanti, spesso in difficoltà, sarebbero riusciti meglio a riconoscere i vari settori e a trovare quindi più facilmente i loro appartamenti. Perché a quanto pare, nella finzione del film, era riportata anche molta verità, soprattutto quando si parlava di alcuni aspetti e delle difficoltà che vivono gli abitanti del palazzo. Che sono oltre 6000, divisi in circa 1200 famiglie. In una serie di appartamenti distribuiti in maniera identica, uno con l’altro, lungo il chilometro di acciaio e cemento.
Demolizione di Corviale, per il serpentone da tempo sono presenti due progetti di riqualificazione
E a dirla tutta, anche i progetti di riqualificazione, proprio come nel film di Riccardo Milani – intitolato ‘Scusate se esisto‘ – sono da tempo presenti due progetti con cui da tempo si era studiato di migliorare le condizioni degli abitanti di Corviale. E proprio questi due progetti dovrebbero essere portati a termine nei prossimi anni: uno è finanziato con i fondi del Pnrr, oltre 80 milioni di euro per la riqualificazione a livello energetico del mega palazzo che compone il blocco principale di alloggi Ater del quartiere. L’altro progetto è ormai datato 2014, chiamato “Rigenerare Corviale“, vinto dall’architetta Laura Peretti: prevede l’aumento degli ingressi dai cinque attuali ad un totale di 27, la realizzazione di aree verdi, di servizi e attraversamenti pedonali. Oltre ad una banda ultralarga a copertura della zona. E poi la costruzione di spazi pubblici comuni e una grande piazza. In totale 20 milioni di euro previsti per realizzare tutto il progetto.
Il Comune di Roma respinge la proposta della Regione Lazio di demolire il palazzone di Corviale
Al posto della riqualificazione invece è stata lanciata l’idea della demolizione, dal gabinetto del presidente del Lazio – durante una riunione tenuta in Campidoglio – Francesco Rocca, ma è già stata educatamente respinta dal Comune. L’idea era quella di buttarlo giù per costruire tanti edifici separati tra loro L’operazione è considerata troppo complicata, prima di tutti si porrebbe il problema di dove e come sistemare gli abitanti del palazzo. Si è tenuta, per questo motivo, una riunione la scorsa settimana durante la quale è stata avanzata la proposta di demolizione. Da una parte il nuovo assessore regionale a urbanistica e casa, Pasquale Ciacciarelli, insieme al capo di gabinetto Giuseppe Pisano. Dall’altro gli assessori a urbanistica e patrimonio di Roma Capitale, Maurizio Veloccia e Tobia Zevi anche loro accompagnati dal capo staff del Sindaco, Alberto Stancanelli. Difronte alla proposta di demolizione sono arrivate subito le domande da parte della giunta del sindaco Gualtieri, sono arrivate subito. “Dove mettiamo tutte le famiglie coinvolte?” hanno fatto presente i rappresentanti della giunta del primo cittadino di Roma. E poi: “Dove finiscono i progetti già in essere, se si cambia strategia?”. Per l’assessore all’urbanistica Veloccia, l’abbattimento del Serpentone non porterebbe solo problemi tecnici “rilevanti”, vista la necessità di smaltire 750.000 metri cubi di cemento, ma anche altre spinose questioni come la ricollocazione degli abitanti e il dover ricostruire consumando un’enorme quantità di suolo “ed è difficilmente giustificabile viste le politiche messe in campo negli ultimi anni”.