Un’indagine condotta da Skuola.net traccia un quadro alquanto desolante sul tema delle gite scolastiche. Secondo i sondaggi uno studente su due rinuncerà alla tradizionale trasferta con i compagni di classe, principalmente a causa dei prezzi elevati per i trasporti e il pernottamento. Un’ulteriore mazzata dopo che il covid prima e la mancanza di docenti di accompagnamento poi avevano spezzato le ali.

Un dato di fatto intercettato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, il quale per la prima volta in assoluto ha stanziato un fondo da 50 milioni di euro per coprire queste spese. L’obiettivo è garantire risorse per il prossimo anno scolastico, 2023-2024, mentre chi si è trovato costretto a rimanere a casa dovrà fare di necessità virtù.

Alla base della scelta avallata in primis dal ministro Giuseppe Valditara c’è la considerazione della gita scolastica come “attività didattica. Pertanto rientra all’interno dei diritti allo studio che lo Stato ha il dovere di garantire a ciascuno studente. Chiaramente c’è ancora da studiare il meccanismo di assegnazione dei fondi sia rispetto alle scuole che rispetto agli alunni. In ogni caso, è un cambio di passo storico che va sottolineato.

150 milioni di euro dal Pnrr per Erasmus

Gite scolastiche, un momento particolarmente atteso dagli studenti di tutta Italia, una tappa di passaggio verso il rush finale dell’anno scolastico. Eppure, da qualche anno a questa parte, è diventato un lusso per pochi. Il tema era già emerso in passato per alcuni episodi circoscritti, in cui il caro prezzi rappresentava uno scoglio insormontabile per molte famiglie. C’erano stati esempi di solidarietà tra compagni di classe, con raccolte fondi da un lato e rinunce condivise dall’altro: o tutti o nessuno, questo il mantra che era prevalso.

Ora l’allarme lo lanciano però i presidi di molti istituti, e la tendenza viene raccolta e accolta dal Miur. Il ministro Valditara sottolinea che “la partecipazione di ogni giovane non può essere condizionata dal pregiudizio della propria condizione sociale“. Oltre alla novità assoluta del fondo, dunque, c’è anche la catalogazione della gita scolastica a esperienza formativa scolastica, in quanto ritenuta “importante occasione di apprendimento e di crescita umana e civica“.

Dal punto di vista legislativo si tratta di un ripristino del “Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi” del 1997. In questo senso, nell’ottica di un processo che sia quanto più equo possibile, sarà fondamentale il coordinamento tra le scuole e il Ministero. Inoltre, non si esclude che questa misura possa essere estesa su un arco temporale più ampio. L’unica certezza sono le risorse del Pnrr destinate all’Istruzione, tra cui il potenziamento del programma Erasmus fino a 150milioni di euro.

Gite scolastiche, i dati del sondaggio di Skuola.net

Vediamo ora i dati pubblicati dal portale studentesco Skuola.net, aggiornati a fine marzo 2023. Il 48% degli intervistati ha dichiarato di aver fatto o di dover partecipare alla gita scolastica annuale. A dimostrazione della difficoltà generale, il 28% di chi ha risposto al sondaggio esclude persino l’ipotesi “toccata e fuga”, vale a dire il rientro in giornata. Dal punto di vista studentesco si riscontra una crescente indisposizione dei professori ad accompagnare le classi (34%), poi subentrano le condizioni economiche onerose. Interessante che siano gli studenti stessi a essere consapevoli del problema.