La vicenda di Rahul Gandhi, il leader dell’opposizione condannato al carcere per diffamazione, continua a infiammare le dinamiche della vita politica indiana.

Il leader dell’opposizione indiana ha presentato ricorso contro la sua condanna e la pena detentiva in un procedimento penale per diffamazione. Gandhi è stato condannato a due anni di carcere per alcuni commenti relativi al cognome del primo ministro di Narendra Modi durante un comizio elettorale nel 2019.

India, l’appello di Rahul Gandhi

Il tribunale dello stato del Gujarat gli ha concesso la libertà su cauzione fino alla prossima udienza del 13 aprile. Dopo la condanna, il leader è stato squalificato dal parlamento.

Le elezioni nazionali sono previste in India il prossimo anno e il signor Gandhi non potrà candidarsi, eccetto che la sua condanna non venga sospesa o annullata.

I leader dell’opposizione hanno accusato il Bharatiya Janata Party (BJP) al governo di una vendetta politica. Ma il BJP ha negato ciò, affermando che per il caso è stato seguito il giusto processo giudiziario.

Il signor Gandhi si è presentato lunedì pomeriggio alla corte della città di Surat insieme a sua sorella Priyanka Gandhi Vadra e altri importanti leader del Congresso. Molti membri del Congresso si erano radunati fuori dal tribunale per sostenere Gandhi, tenendo striscioni con parole come “salvare la democrazia“. Già c’erano state altre manifestazioni in sostegno del leader con cartelli che recitavano “democrazia in pericolo”.

L’appello del signor Gandhi era accompagnato da due richieste: una per ottenere la libertà su cauzione e l’altra per sospendere la sua condanna. Qualora la sua condanna venisse sospesa, potrebbe tornare a acquisite lo status di legislatore.

La condanna venne emessa per una frase, in particolare, pronunciata dal leader dell’opposizione durante un comizio elettorale nello Stato del Karnataka nel 2019. Gandhi aveva detto: “Perché tutti questi ladri hanno Modi come cognome? Nirav Modi, Lalit Modi, Narendra Modi”. Nirav Modi è un latitante magnate indiano dei diamanti, mentre Lalit Modi è un ex capo della Premier League indiana che è stato bandito a vita dal cricket board del Paese.