Per tutti coloro che osservano i precetti della Quaresima, il venerdì che precede la Pasqua impone il digiuno e il mangiare di magro, evitando quindi la carne, ma anche tutte le pietanze troppo ricche e sostanziose. La regola dell’astinenza dalle carni permette però il consumo di pesce, uova e latticini. Qual è dunque il menu per Venerdì Santo? Scopriamo insieme che cosa portare a tavola rispettando i precetti religiosi, ma senza rinunciare al gusto.
Grandi classici: baccalà e stoccafisso
I grandi classici che non possono mai mancare nel menu per Venerdì Santo sono indubbiamente il baccalà e lo stoccafisso, che si preparano in modi diversi da nord a sud. In Liguria, ad esempio, è molto amato lo stoccafisso alla genovese, mentre in Veneto la tradizione vuole che sulle tavole ci sia il baccalà, in umido oppure mantecato, buonissimo anche spalmato sui crostini. A Napoli e in tutto il sud Italia non può invece mancare il baccalà fritto, che può essere preparato sia in trancetti più grandi, che in bocconcini croccanti.
Menu per Venerdi Santo: la pasta
La necessità di rinunciare alla carne ha fatto sì che, nel tempo, il menu per Venerdì Santo vedesse il trionfo della pasta, rigorosamente con il pesce. Dalla Sicilia, ad esempio, arriva la buonissima pasta con le sarde, primo piatto tradizionale a base di sarde e condito con finocchietto, pinoli, uvetta e zafferano. In Sicilia questo piatto si prepara in modi diversi a seconda della zona: con spaghetti oppure bucatini, con o senza il pangrattato tostato (muddica atturrata). Si può preparare anche in “torta”, disponendo la pasta e il condimento a strati in una pirofila, che poi si fa gratinare in forno.
Arrivano invece dal Veneto i bigoli in salsa, primo piatto realizzati con un condimento a base di cipolle affettate finissime e acciughe (oppure sarde) disciolte lentamente in olio di oliva. Il sugo ottenuto va poi a condire i bigoli, un formato di pasta simile a grossi spaghetti dalla superficie ruvida e porosa.
Lasagne e frittate
In Piemonte non possono invece mancare le lasagne di gran magro, note anche come lasagne in bianco o alla piemontese. Si tratta di lasagne al forno farcite con una salsa alle acciughe aromatizzata alle erbe (simile alla bagna cauda).
Nel menu per Venerdì Santo delle famiglie napoletane non può mancare la frittata di scammaro, una frittata di pasta preparata senza uova. Il suo nome deriva dal verbo scammarare che, in dialetto, significa mangiare di magro, in riferimento ai monaci che rispettavano il digiuno. Per prepararla servono spaghetti, olive nere, uva passa, acciughe sottolio, capperi, prezzemolo, peperoncino fresco, aglio, olio e sale.
I secondi
Tra i secondi piatti del menu per Venerdì Santo in Veneto, e nel veronese in particolare, è diffusissima la polenta e renga, ovvero aringa e polenta. In Puglia, invece, amatissimo è il calzone di sponsali. Si tratta di una focaccia ripiena di sponsali, ovvero piccole cipolle porraie, stufate con olive e alici.
Passando invece in Liguria, troviamo le seppie in zimino, piatto tipico in cui le seppie sono cotte insieme alla bietole e ai funghi secchi, e la polenta con cavolo nero. Si tratta di una sorta di zuppa in cui la farina di mais viene cotta assieme alle foglie dei cavoli neri e, una volta diventata polenta, viene servita con un filo di olio d’oliva. Tipico ligure anche il cappon magro, che si prepara con pesce cappone (scorfano), barbabietola, code di gamberi, filetti di ventresca, patate, fagiolini e carote, il tutto adagiato su una base di galletta fatta con acqua e farina.
Dulcis in fundo
Il menu per Venerdì Santo non poteva concludersi senza i meravigliosi maritozzi quaresimali, tipici dolci romani simili a dei piccoli panini contenenti uvetta, pinoli e canditi. In alternativa, buonissimi anche i quaresimali, piccoli dolcetti genovesi a base di pasta di mandorle, senza burro né uova.