Resta irrisolto il caso dell’anziano trovato morto in un a sacco a pelo nella frazione di Castrovalva, ad Anversa degli Abruzzi, lo scorso luglio. Dopo otto mesi di indagini, gli inquirenti avrebbero infatti deciso di disporre la sepoltura dell’uomo senza nome: nessuno, fino ad ora, avrebbe reclamato la sua salma, né ne avrebbe denunciato la scomparsa, dentro e fuori l’Abruzzo. È giallo su cosa possa essergli accaduto e sul perché si trovasse in quel luogo isolato. L’ipotesi è che sia morto per cause naturali e che si sia stato poi portato da qualcuno nella grotta in cui è stato ritrovato.

Anversa degli Abruzzi morto in un sacco a pelo: caso irrisolto

I fatti risalgono allo scorso luglio. A rinvenire il corpo dell’anziano, avvolto in un sacco a pelo all’interno di una piccola grotta, erano stati degli escursionisti che, passeggiando lungo un sentiero di montagna che incrocia la strada che conduce a Castrovalva di Anversa degli Abruzzi, poco battuta, avevano sentito un forte odore, scoprendo il cadavere, nudo, in stato di decomposizione e con il volto sfigurato dagli animali, lanciando l’allarme. L’uomo, dall’età apparente di circa 70 anni, si trovava lì da almeno dieci giorni. Sul suo corpo non c’erano evidenti segni di violenza. Ecco perché, secondo il medico legale che ha effettuato l’esame autoptico sulla salma, potrebbe essere morto per cause naturali.

Ma perché si trovava in quel luogo isolato? È possibile che qualcuno ce lo abbia portato in un secondo momento, come dimostrerebbe il fatto che il sacco a pelo era chiuso dall’esterno? A otto mesi dall’inizio delle indagini, gli inquirenti non sono ancora in grado di fornire una risposta a questi interrogativi, né, probabilmente, lo faranno mai. Nessuno, infatti, avrebbe denunciato la scomparsa dell’uomo o reclamato la sua salma: la Procura – che aveva ipotizzato prima il reato di omicidio e, in un secondo momento, quello di occultamento di cadavere -, ne predisporrà a breve la sepoltura, senza nome. All’anziano sarà solo associato un numero, a ricordare chi fosse quando era in vita. Le indagini proseguiranno, ma è probabile che la sua storia resti per sempre un mistero.

Il giallo dell’uomo trovato senza vita a Montesilvano

È giallo, in Abruzzo, anche sul caso dell’uomo trovato morto all’interno dell’Acquadisco Splash di Montesilvano, in provincia di Pescara, lo scorso dicembre. Il corpo, in evidente stato di decomposizione, era stato rinvenuto in uno dei locali della struttura, dismessa da anni, da parte dei carabinieri della compagnia del luogo, che stavano effettuando dei sopralluoghi. Il sindaco, Ottavio De Martinis, ne aveva da mesi ordinato lo sgombero e la messa in sicurezza. Famosissimo luogo di ritrovo, il parco acquatico, in passato simbolo di Montesilvano, una volta abbandonato è infatti diventato un ritrovo per senzatetto, oltre che una vera e propria discarica abusiva.

Nei 4mila metri dell’area, avvolta dalla vegetazione, si erige ancora quello che una volta era un vecchio bar. Il corpo sarebbe stato ritrovato al suo interno. Nonostante le indagini, restano un mistero sia l’identità che la causa della morte dell’uomo, probabilmente di mezza età. L’autopsia, effettuata negli scorsi mesi dal medico legale Cristian D’Ovidio, non avrebbe fatto altro che confermare gli elementi già constatati al momento del ritrovamento, come la data del decesso, che risalirebbe a diversi mesi prima. L’ipotesi più accreditata è che l’uomo possa aver trovato rifugio in uno dei locali della struttura abbandonata, dove le forze dell’ordine hanno rinvenuto un materasso e altri oggetti che lasciano presupporre l’esistenza di un giaciglio di fortuna. Potrebbe essere morto, quindi, di stenti, ma il suo decesso, come quello dell’anziano trovato senza vita all’interno di un sacco a pelo, resta tuttora un mistero.