Oggi è in programma la nuova udienza gup nel processo per la morte di Giulio Regeni che vede imputati quattro 007 egiziani. Il segretario del Pd, Elly Schlein, presente al sit in fuori dal tribunale di Roma, ha abbracciato i genitori di Regeni, Paola e Claudio. All’esterno del tribunale sono stati esposti gli striscioni che chiedono giustizia per il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016.
Processo Regeni, chi sono i 4 imputati egiziani?
I pubblici ministeri italiani accusano il generale Tariq Saber, il colonnello Aser Ibrahim, il capitano Hesham Helmi e il maggiore Magdi Abd al-Sharif di “sequestro aggravato” di Regeni, mentre Sharif è accusato anche di “cospirazione per commettere omicidio aggravato”. Il rapimento comporta una potenziale condanna fino a otto anni in Italia, mentre Sharif potrebbe ricevere l’ergastolo.
Gli uomini sono agenti della potente Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) egiziana, che secondo i pubblici ministeri ha intrappolato Regeni “in una ragnatela” di sorveglianza nei mesi prima della sua morte mentre faceva ricerche sui sindacati al Cairo, un argomento che il governo egiziano considera politicamente delicato.
Perché gli 007 non saranno presenti in aula?
I quattro uomini accusati sono sotto processo in contumacia, dopo che l’Egitto ha rifiutato di riconoscere il processo a Roma e ha chiuso le proprie indagini sull’incidente alla fine del 2020, sostenendo che “l’autore dell’omicidio dello studente rimane sconosciuto”. Secondo quanto riferito, l’Egitto ha ostacolato gli sforzi per indagare sull’incidente, che includeva la fornitura di prove vitali alla parte italiana con “lacune” inspiegabili, rendendole inutili.
I funzionari della magistratura e del ministero degli interni egiziani si sono inoltre rifiutati di fornire gli indirizzi dei quattro uomini, bloccando quindi la possibilità di tenere un processo in Italia. La riforma Cartabia ha tuttavia ribaltato la situazione in quanto essa consente di procedere con il “processo in assenza”, quando il giudice “ritiene provato che l’imputato ha effettiva conoscenza della pendenza del processo e che la sua assenza all’udienza è dovuta ad una scelta volontaria e consapevole. E quando l’imputato è stato dichiarato latitante o si è in altro modo volontariamente sottratto alla conoscenza della pendenza del processo”.