A San Pietroburgo l’attentato contro il blogger militare Vladlen Tatarsky conta, al momento 32 persone ferite: l’esplosione di una bomba è avvenuta ieri sera, domenica 2 marzo 2023, in un bar della città russa, il Street Food Bar n. 1, di proprietà di Evgenij Prigozhin, imprenditore del settore della ristorazione e capo del gruppo mercenario Wagner, come lui stesso ha ammesso su Telegram. Il ministero della Salute russo ha comunicato che dieci vittime sono in gravi condizioni, tra i feriti c’è anche una ragazza di 14 anni. La polizia, secondo l’agenzia Interfax, ha arrestato una donna sospettata di aver ucciso il blogger: si chiama Daria Trepova, residente a San Pietroburgo. I media russi affermano che in precedenza era stata coinvolta in azioni non autorizzate contro la campagna militare russa in Ucraina. Stando alle informazioni sarebbe stata espulsa dall’Università statale di San Pietroburgo nel 2019. Numerosi media e canali Telegram hanno riferito che Trepova ha studiato all’Università statale presso la facoltà di Economia. Sempre gli organi di informazione russi affermano che Trepova abbia confessato la responsabilità nell’attentato. Secondo la ricostruzione degli inquirente, la donna avrebbe portato nel bar una scatola con un busto di Tatarski contenente almeno 200 grammi di Tnt e l’avrebbe consegnata al blogger militare. Poi è avvenuta l’esplosione. La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha indicato direttamente l’Ucraina come responsabile dell’attacco. 

“I giornalisti russi subiscono costantemente minacce di rappresaglie da parte del regime di Kiev e dei suoi ispiratori, che vengono sempre più attuate”,

ha scritto.  Il consigliere dell’Ufficio del Presidente ucraino Mykhailo Podolyak ha twittato che “i ragni si mangiano a vicenda” e ha attribuito l’esplosione al “terrorismo interno come strumento di lotta politica” in Russia. 

Il portavoce del Cremlino Peskov ha comunicato che il presidente russo Putin è stato subito informato dell’accaduto:

“È stato un attacco terroristico. Voi e io abbiamo visto la dichiarazione del Comitato nazionale antiterrorismo. È in corso una fase attiva delle indagini. Stiamo assistendo a sforzi piuttosto intensi per arrestare i sospetti. Bisogna avere pazienza e aspettare che i nostri servizi di sicurezza facciano le loro prossime dichiarazioni”,

ha aggiunto Peskov. 

San Pietroburgo contro blogger militare, 32 persone ferite

Il capo del gruppo Wagner è solito prestare il caffè nei fine settimana al Fronte Cyber Z per tenere i suoi eventi nazionalisti sulla campagna militare russa in Ucraina, come nel caso di domenica, quando l’oratore principale era Tatarski, il cui vero nome è Maxim Fomin. Secondo l’Istituto per gli studi strategici (ISD), questo gruppo è una fabbrica di troll utilizzata per promuovere la propaganda russa sui social media

Secondo il media indipendente Meduza, Tatarsky è uno dei più famosi blogger militari, diventato noto durante campagna militare russa in Ucraina. È nato nella regione ucraina di Donetsk e ha combattuto nel 2014 nell’autoproclamata repubblica popolare. Ha più di 560.000 iscritti al suo canale Telegram.

Uccisione Darya Dugina 21 agosto 2022

L’attentato al blogger Vladlen Tatarsky porta alla memoria l’uccisione, il 21 agosto 2022, di Daria Dughin, figlia del leader del Movimento Neo-Eurasiatico, Alexandr Dughin, considerato l’ideologo del presidente russo Putin. La donna fu uccisa con una bomba piazzata  nel sottoscocca della sua auto mentre stava percorrendo una strada fuori Mosca. Le autorità russe hanno accusato i servizi segreti ucraini di essere dietro l’attentato, cosa che è stata fortemente negata dal governo di Kiev.

Mosca: “Kiev e Navalny dietro attentato S. Pietroburgo”

L’attentato è stato orchestrato dai servizi di sicurezza ucraini e “ha coinvolto agenti che collaborano con la Fondazione anticorruzione” dell’oppositore russo Aleksei Navalny. Lo ha scritto in un comunicato il Comitato nazionale antiterrorismo (NAC).

“È stato stabilito che l’attacco terroristico al giornalista Vladlen Tatarsky, commesso a San Pietroburgo il 2 aprile, è stato pianificato dai servizi di sicurezza ucraini e ha coinvolto agenti che collaborano con la cosiddetta Fondazione anticorruzione di Navalny, di cui la detenuta Trepova è un’attiva sostenitrice”,

si legge nel comunicato.