Per i più dotti la stanga è una “piccola trave di legno o di metallo, lunga e squadrata, usata per sbarrare porte e finestre inserendone gli estremi in apposite cavità ricavate negli stipiti” ma per chi ha vissuto in campagna negli anni in cui i buoi trainavano i carri è tutta altra cosa. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quando a Firenze ha detto che “è il momento per tutti, a partire dalla realizzazione del Pnrr, di mettersi alla stanga“, intendeva utilizzare la metafora dell’agricoltura al tempo in cui si utilizzavano aratri, carri, vanghe e zappe e i contadini seminavano a mano i loro terreni.

Le metafore della campagna al tempo dei buoi e dell’aratro

E’ chiaro il riferimento del presidente della Repubblica ad Alcide De Gasperi che nel 1949 si rivolse ai partecipanti al terzo congresso nazionale della Democrazia cristiana, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie e insieme edificare la democrazia e disse, nella replica a Giuseppe Dossetti, che  “è vero che ogni governo ha bisogno di un certo stimolo, se volete, di un pungolo (non mi piace la parola, perché ricorda i buoi), ma comunque io accetto anche il pungolo a una condizione, che a un certo momento quelli che stanno pungolando scendano dal carro e si mettano anch’essi alla stanga”. Una metafora che me ne fa venire in mente un’altra, “stai al solco”. E’ la frase che pronunciavano ad alta voce i contadini quando indicavano la strada ai buoi che aravano i campi. Unendo le due brevi frasi potremmo dire “mettersi alla stanga stando al solco”, cioè lavorare rispettando la Costituzione e le leggi.

Stefano Bisi