Codice appalti 2023, tutto ciò che serve sapere sulle nuove regole di pubblicazione di bandi e avvisi, qualificazione delle imprese, digitalizzazione, infrastrutture strategiche, valutazione dell’impatto ambientale, dichiarazioni di pubblica utilità e contratti Pnrr: quando entrano in vigore? Il nuovo Codice degli appalti è entrato in vigore il 1° aprile 2023, ma l’efficacia è stata differita al 1° luglio prossimo. Il motivo di questo slittamento risiede negli impegni che il governo italiano ha con l’Europa. Bisognava rispettare le scadenze comunitarie per usufruire dei benefici di Bruxelles. Ciò rende le vecchie regole sugli appalti pubblici ancora valide per un trimestre. Ecco nel dettaglio il nuovo calendario fissato dal decreto legislativo numero 36 del 2023.

Codice appalti 2023 cosa cambia e regole fino al 1° luglio e oltre: pubblicazione bandi e avvisi

Il nuovo Codice degli appalti è entrato in vigore ieri, 1° aprile 2023. Ma l’efficacia è spostata al 1° luglio prossimo. Lo decreta lo stesso articolo 229 del provvedimento che stabilisce che “le disposizioni del Codice, con i relativi allegati, acquistano efficacia il 1° luglio 2023”. Il nuovo Codice stabilisce una disciplina transitoria per bandi e avvisi che, fino al 31 dicembre 2023, verranno pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, serie speciale inerente i contratti pubblici. La pubblicazione avverrà “entro il sesto giorno feriale successivo a quello del ricevimento della documentazione da parte dell’Ufficio inserzioni dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato”, si legge al comma 1, dell’articolo 225.

Nuovo Codice degli appalti: Banca dati, qualificazione imprese e digitalizzazione

Il nuovo Codice degli appalti stabilisce che, fino a fine 2023, verranno pubblicati in Gazzetta Ufficiale gli avvisi di preinformazione, gli appalti programmati, i bandi e la pubblicazione nella piattaforma del ministero delle Infrastrutture del Servizio contratti pubblici. Dal 1° gennaio 2024, invece, sarà efficace la nuova Banca dati nazionali dei contratti pubblici gestita dall’Anac. Dal prossimo anno saranno richiesti i nuovi requisiti di qualificazioni delle imprese. Lo stabilisce il comma 3, dell’articolo 225, in merito a quanto si prevede nell’articolo 4, comma 1, lettera c) e all’articolo 6, comma 1, lettera c) dell’allegato II. Nel nuovo anno diventano efficaci anche le regole della digitalizzazione previste dal comma 2 dell’articolo 225. Si tratta delle norme di redazione e acquisizione atti, pubblicazione, accesso ai documenti, presentazione offerte, affidamenti e controlli. Fino al 31 dicembre prossimo continueranno a essere efficaci le regole di presentazione delle offerte vigenti fino al 31 marzo 2023.

Nuove regole Codice appalti fino al 1° luglio 2023, quali sono: contratti Pnrr

Per i contratti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il nuovo Codice degli appalti stabilisce che troverà applicazione la disciplina attuale, semplificata e acceleratoria, del decreto numero 77 del 2021 (decreto “Semplificazione”) e del decreto numero 13 del 2023 (Pnrr 3) anche a partire dal prossimo 1° luglio. Lo cita il comma 8 dell’articolo 225. Per i contratti verso i quali sia già stata formalizzata la progettazione, si continueranno ad applicare i tre livelli di progettazione del precedente Codice. Ovvero quello della fattibilità tecnico-economica, del progetto definitivo e di quello esecutivo. Nel caso in cui, alla data del 1° luglio prossimo, sia stato affidato solo l’incarico di redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, la stazione appaltante può affidare congiuntamente sia la progettazione che l’esecuzione degli interventi.

Infrastrutture strategie e dichiarazione di pubblica utilità

Il vecchio Codice continuerà disciplinare le infrastrutture strategiche già approvate e la dichiarazione di pubblica utilità anche dopo il 1° luglio 2023. Lo prevede il secondo quanto prevedono i commi 11 e 12 dell’articolo 225. Il nuovo Codice, invece, stabilisce altre regole per i consorzi. Dal 1° luglio 2023 cambiano infatti i requisiti economici e finanziari secondo quanto prevede il comma 13 dell’articolo 225.