Parigi pioniera in un senso e (forse) nell’altro: la capitale francese è stata una delle prime città ad adottare gli scooter e i monopattini elettrici, ma il referendum odierno potrebbe cambiare il loro destino. Gli elettori della città sono chiamati a esprimersi sul divieto dei mezzi di trasporto in sharing, a noleggio.
Originariamente il sindaco Anne Hidalgo aveva annunciato l’idea lo scorso gennaio, ponendo la questione in maniera decisamente aperta. La prospettiva, infatti, riguardava l’intenso traffico di persone che si genererà in occasione delle Olimpiadi del 2024 ospitate dalla città.
La sindaca del Partito Socialista, paladina della mobilità sostenibile, si è espressa ovviamente a favore del divieto ed esprimendo la sua preoccupazione per il modo in cui vengono utilizzati dalla collettività.
Referendum monopattini elettrici, operatori temono astensionismo
Chiaramente dalla parte opposta del referendum si pongono le aziende che operano il servizio di monopattini elettrici in sharing. Non potendo intervenire in maniera concreta sul tema, gli operatori si sono rivolti alle generazioni più giovani, che costituiscono la quasi totalità degli utenti. Il dibattito si concentra sul vantaggio indiretto che dovrebbe essere garantito da un percentuale di votanti ridicola (circa 2 milioni di gli aventi diritto). Sono in molti a concordare che questo sia un favore ai proibizionisti.
Secondo i dati comunicati dalle tre società che detengono la concessione, nel 2022 sono stati registrati quasi 2 milioni di accessi, di cui il 71% sotto i 35 anni. Per invogliare le fasce d’età più basse è stato lanciato un incentivo-provocazione: chiunque si recherà a votare avrà diritto a una corsa gratis. La questione è molto seria, perché il volume d’affari di questo settore è in crescita.
Il Ministro dei Trasporti Clement Beaune è invece favorevole alla continuazione degli e-scooter a Parigi, pur con maggiori regole. “Questi mezzi di trasporto hanno abbassato del 20% gli spostamenti con la propria auto“.