Papa Francesco ha presieduto la solenne celebrazione della Domenica delle Palme. La Messa è stata officiata dal cardinale argentino, Leonardo Sandri, sottodecano del Collegio cardinalizio.

La liturgia di questa domenica rievoca le ultime ore della vita di Cristo, fino alla morte. Al centro di tutto vi è l’unica frase pronunciata da Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”.

Omelia di Papa Francesco Domenica delle Palme (Testo integrale)

Partendo proprio da questa frase, Papa Francesco ha dedicato la sua omelia ai “tanti cristiani abbandonati”. Ecco il testo integrale:

Ecco la sofferenza più lacerante, è la sofferenza dello spirito: nell’ora più tragica Gesù prova l’abbandono da parte di Dio. Mai, prima di allora, aveva chiamato il Padre con il nome generico di Dio. Mai. Padre. Per trasmetterci la forza di quel fatto, il Vangelo riporta la frase anche in aramaico: è l’unica, tra quelle dette da Gesù in croce, che ci giunge in lingua originale. L’evento è reale, è l’abbassamento estremo, cioè l’abbandono del suo Padre, l’abbandono di Dio. Il Signore arriva a soffrire per amore nostro quanto per noi è difficile persino comprendere. Non è facile capire questo. Vede il cielo chiuso, sperimenta la frontiera amara del vivere, il naufragio dell’esistenza, il crollo di ogni certezza: grida “il perché dei perché”. 

L’ha fatto per me, per te, perché quando io, tu o chiunque altro si vede con le spalle al muro. E’ brutto vedersi con le spalle al muro. Si vede perso in un vicolo cieco, sprofondato nell’abisso dell’abbandono, risucchiato nel vortice dei tanti “perché”, senza risposta, ci sia qualcosa di speranza. Lui per te, per me. Non è la fine, perché Gesù è stato lì e ora è con te: Lui che ha sofferto la lontananza dell’abbandono per accogliere nel suo amore ogni nostra distanza. Perché ciascuno di noi possa dire: nelle mie cadute, ognuno di noi è caduto tante volte. E ognuno di noi può dire: nelle mie cadute, nella mia desolazione, quando mi sento tradito o ho tradito gli altri; scartato o ho scartato gli altri; abbandonato o ho abbandonato gli altri, pensiamo che Lui è stato abbandonato, tradito, scartato. E lì troviamo Lui. 

Oggi, fratelli e sorelle, ci sono tanti “cristi abbandonati”. Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; ci sono i migranti che non sono più volti ma numeri; detenuti rifiutati, persone catalogate come problemi. Ma ci sono anche tanti “cristi abbandonati” invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli – che può essere tuo papà, tua mamma forse, il nonno, la nonna…-, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore. E non trovano un’altra strada che il suicidio. Gli abbandonati di oggi, i cristi di oggi.

Chiediamo oggi questa grazia: di saper amare Gesù abbandonato e di saper amare Gesù in ogni abbandonato, in ogni abbandonata. Chiediamo la grazia di saper vedere, di saper riconoscere il Signore che ancora grida in loro. Non permettiamo che la sua voce si perda nel silenzio assordante dell’indifferenza. Non siamo stati lasciati soli da Dio; prendiamoci cura di chi viene lasciato solo“.