Terza gara di Formula 1 amarissima per Carlos Sainz che in Australia si è visto privare di tutti i punti conquistati all’ultimo giro valido del Gran Premio odierno. Gara davvero folle condizionata da tre bandiere rosse di cui l’ultima in particolare ha finito per compromettere completamente la prestazione dello spagnolo della Ferrari.
Quest’ultimo, alla penultima e decisiva partenza valida a fini della classifica aveva finito per tamponare Fernando Alonso, provocandogli un testacoda e soffiandogli così fortunosamente la terza posizione. Dal podio virtuale e in seguito alla nuova interruzione di gara, tuttavia, Sainz veniva penalizzato doppiamente: in primis, la FIA sceglieva di annullare la ripartenza riportando le vetture alla posizione iniziale (ossia con Alonso davanti allo spagnolo); in secondo luogo assegnava una penalità di 5 secondi al pilota Ferrari che così, alla terza ripartenza di facciata veniva praticamente sfilato da tutte le altre vetture chiudendo dodicesimo.
Una serie di circostanze davvero amare che il pilota spagnolo ha così raccontato prima ancora del termine della gara, parlando col muretto ai box:
Davvero merito di finire fuori dai punti? Devono aspettare la fine della gara per discuterne con me. È chiaro che la penalità non è meritata. Per favore, per favore, per favore dite loro di aspettare a parlare con me.
Formula 1, Sainz sulla penalità in Australia: “Preferisco non parlare”
La rabbia mostrata già in pista è poi sfociata in una sorta di silenzio stampa una volta sceso giù dalla sua Ferrari. Carlos Sainz, difatti, ha preferito non commentare a caldo quanto vissuto nel corso del Gran Premio d’Australia per evitare di esagerare nelle sue esternazioni e digerire in solitudine la scelta odierna.
Appena raggiunto dai microfoni, infatti, il pilota spagnolo ha dichiarato:
Preferisco non parlare perché altrimenti direi brutte cose. Preferisco parlare con i commissari e aspettare che cambino la penalità, perché sento che ci hanno derubato. Preferisco non parlare perché direi brutte parole. Dopo se volete torno, adesso non mi va. Prima voglio andare dai commissari