Omicidio volontario pluriaggravato. È questa l’accusa formulata nei confronti della 31enne finita sotto inchiesta per la morte del figlio di appena un anno a Ferrara. I fatti risalgono al giugno del 2021. Dopo quasi due anni di indagini, gli inquirenti avrebbero così chiuso il cerchio attorno alla tragedia, ipotizzando il convolgimento della donna che, già in un primo momento, subito dopo aver allertato le forze dell’ordine del decesso del piccolo, aveva ammesso le proprie responsabilità, prima di rimangiarsi tutto. Giudicata in condizioni di grave fragilità psichica, da allora è ospitata all’interno di una struttura psichiatrica.

Bimbo di un anno morto a Ferrara: accusata la mamma

A quasi due anni dai tragici eventi che portarono alla morte del piccolo, la Procura di Ferrara – come riportano fonti locali – avrebbe da poco notificato l’avviso di chiusura delle indagini ai legali della mamma, gli avvocati Alessio Lambertini e Marcello Rambaldi. Sul caso i due, in attesa di poter analizzare la corposa documentazione d’indagine prodotta dalla pm, Lisa Busato, mantengono il massimo riserbo. Ma le accuse contestate alla donna, si sa già, sono pesantissime: omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dalla minore età del piccolo.

La tragedia al centro del fascicolo si è consumata il 17 giugno del 2021 all’interno di un appartamento di una palazzina a Ferrara. “Correte, mio figlio è morto”, aveva detto la mamma, 29enne, al 112, chiedendo ai soccorsi di intervenire. Al loro arrivo, i carabinieri della compagnia locale si erano trovati davanti agli occhi una scena agghiacciante: il corpicino del bimbo era adagiato, senza vita, all’interno del suo lettino; la mamma era al suo fianco, con i polsi sanguinanti. Ancora in stato di choc, la donna aveva iniziato ad urlare frasi sconnesse, ammettendo di aver ucciso il bimbo e di aver poi tentato di togliersi la vita, tagliandosi le vene.

Dai primi rilievi effettuati sulla piccola salma non erano emersi segni di violenza. A chiarire la causa del decesso era stato, più avanti, l’esame autoptico: secondo il medico legale, il piccolo sarebbe morto per soffocamento causato da un oggetto soffice. La donna, giudicata incapace di affrontare un interrogatorio, dopo le prime medicazioni sul posto era stata trasportata al pronto soccorso locale e poi trasferita prima in Psichiatria e poi in un istituto ad hoc. Ancora oggi, essendo in condizioni di fragilità psichica e avendo alle spalle un passato piuttosto problematico, è ospite di una struttura. Nell’appartamento di Ferrara viveva da sola con altri due figli dopo che il suo compagno, padre dei bambini, era andato via di casa per via delle continue liti con la donna. Quest’ultima, esasperata dalla sua situazione, avrebbe compiuto l’estremo gesto.

Neonato morto dopo circoncisione a Roma: arrestate due donne

Con parole molto simili a quelle pronunciate dalla 31enne accusata di omicidio, una mamma, qualche settimana fa, aveva allertato i carabinieri alla periferia di Roma: “Aiutatemi, mio figlio sta male, devo correre in ospedale”. Il bimbo, di appena 20 giorni, sarebbe morto di lì a poco a causa di una violenta emorragia. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, per colpa di una circoncisione rituale effettuata in casa. Sulla vicenda la Procura di Velletri ha aperto un fascicolo di inchiesta per omicidio colposo.

Sarebbero già due, secondo quanto si apprende, le persone arrestate con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica. Stando ai racconti della mamma del piccolo, anch’essa indagata, ma a piede libero, le due donne avrebbero praticato la circoncisione al bimbo, medicandolo molto approssimamente, per poi andare via. La sua ferita, nel corso della notte si era riaperta, provocandone la morte. A casa loro, oltre al provento per l’operazione, sarebbero stati rinvenuti anche diversi medicinali e delle siringhe.