Nella giornata odierna è stata riportata la notizia della nomina da parte della Russia alla presidenza al consiglio di sicurezza Onu. Una routine ‘normale’, in cui tutti i paesi – a rotazione – vanno a coprire uno dei ruoli più importanti dell’organizzazione. Ebbene, la nomina è stata ovviamente criticata aspramente dai rappresentati politici ucraini. Dopo la reazione di Kuleba, anche Zelensky ha parlato in questa maniera rispetto a quanto deciso dall’Onu: “È un completo fallimento di tali istituzioni. Oggi uno stato terrorista ha cominciato a presiedere il Consiglio di sicurezza Onu. Ieri l’esercito russo ha ucciso un altro bambino ucraino, un bambino di cinque mesi, mentre continua ogni giorno a bombardare con centinaia di colpi di artiglieria.”

Inoltre, il leader ucraino ha chiosato dicendo che “la Russia si deve assumere la responsabilità sistemica per il crimine di deportazione forzata di bambini ucraini”. Questo dopo le ormai note vicende, con diverse migliaia di bambini portati con forza verso la Federazione russa.

Presidenza russa al consiglio di sicurezza Onu, la risposta piccata dell’ambasciatore russo

Dall’altra parte, Mosca ha affidato la replica all’ambasciatore russo all’Onu Vassily Nebenzia, il quale ha difeso il diritto di presiedere la presidenza: “L’idea di privare Mosca del diritto di presiedere il Consiglio di Sicurezza (come chiesto da Kiev) semplicemente assurda. Coloro che usano questa demagogia a buon mercato per privare la Russia del suo legittimo status giuridico sono ben consapevoli del lato legale della questione. La Russia è la continuatrice dell’URSS, soggetto di diritto internazionale che ha ereditato non solo i diritti e gli obblighi del suo predecessore, ma anche il suo stesso carattere giuridico. Lo status della Federazione Russa è ufficialmente riconosciuto dalla comunità internazionale. L’esclusione dal Consiglio di Sicurezza è impossibile senza modifiche alla Carta delle Nazioni Unite, così come è impossibile privare la Russia del diritto di presiedere il Consiglio”.

Nel frattempo, anche l’Estonia ha promesso il suo impegno a Kiev.