Sarebbe innocente, secondo la sua famiglia, Francesco Pio Valda, il 20enne arrestato nelle scorse settimane in relazione alla morte di Francesco Pio Maimone, ucciso a colpi di pistola davanti agli chalet di Mergellina, nel centro di Napoli, la notte tra il 19 e il 20 marzo scorsi. Davanti al magistrato, nel corso dell’udienza di convalida del fermo, il giovane si era avvalso della facoltà di non rispondere; poi, interrogato, avrebbe più volte sostenuto di essere estraneo ai fatti. Una versione con cui gli inquirenti non concordano, essendoci a suo carico gravi indizi di colpevolezza.
Omicidio Mergellina: le parole della nonna del presunto killer
“Le famiglie distrutte sono due, io piango per Francesco Pio (Maimone, ndr), mi dispiace. Mio nipote è innocente, trovate il colpevole”. Con queste parole, rilasciate ai microfoni di Fanpage, la nonna di Francesco Pio Valda, arrestato nelle scorse settimane in relazione alla morte di Francesco Pio Maimone, ha dimostrato di credere alla presunzione di innocenza del nipote che, più volte, nel corso degli interrogatori, ha ribadito di essere estraneo ai fatti. “Scrivete che non è stato lui. Questo non possiamo dirlo noi, non siamo giudici, vedrà la legge. Io so che mio fratello è innocente”, aggiunge Giusy, che la sera dei fatti era insieme al fratello a Mergellina. Entrambi sono i figli di Ciro Valda, affiliato del clan Amodio-Abrunzo, ucciso nel 2013 in un agguato di mafia seguito alla scissione dal clan Cuccaro.
Il 20enne, sostenuto dal penalista Antonio Iavarone, è accusato di aver ucciso a colpi di pistola il 18enne davanti ad alcuni chalet del centro di Napoli, la notte tra il 19 e il 20 marzo scorsi. E a suo caricO ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, che gli contestano il reato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, il ragazzo avrebbe sparato almeno tre colpi ad altezza uomo, probabilmente al culmine di una lite scoppiata con un gruppo rivale, appartenente al Rione Traiano, storico nemico della camorra: sembra che uno, in particolare, avesse sporcato accidentalmente le scarpe di Valda e che questo, senza neanche arrivare alle mani, avrebbe estratto l’arma e fatto fuoco, prima in aria e poi contro i ragazzi. Un proiettile, per sbaglio, avrebbe colpito la vittima, trovatasi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
“Lui sostiene di aver utilizzato una pistola giocattolo – aveva spiegato il garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, sempre a Fanpage -. E che c’è stata una risposta a questa pistola giocattolo con altri colpi di arma da fuoco, da altri contendenti. E che questo ragazzo successivamente non l’ha visto morto, c’è stato un fuggi fuggi generale”. Valda avrebbe anche indicato, secondo lui, il punto in cui avrebbe gettato la pistola giocattolo, non ancora ritrovata. Elemento che farebbe pensare che abbia inventato tutto. Grazie a una telefonata anonima sono state rinvenute, invece, le scarpe marcate Luis Vitton indossate da Valda al momento della sparatoria, le stesse che avrebbero provocato la violenta lite.
Gli indizi di colpevolezza a carico del 20enne
Stando ad alcune fonti locali, le scarpe si trovavano all’interno di un sacchetto di rifiuti bruciati tra Barra e Ponticelli, dove Valda, dopo essersi dato alla fuga dalla scena del crimine a piedi, era stato fermato. A puntare il dito contro di lui, oltre alle numerose testimonianze dei presenti, sarebbero anche alcuni filmati già visionati e messi agli atti dagli inquirenti, da cui emergerebbero con chiarezza i profili dei litiganti. Nonostante l’opinione della famiglia, per il Gip Maria Luisa Miranda non ci sono dubbi che l'”autore della condotta, che causava la morte del giovane Maimone Francesco Pio” sia proprio il 20enne.