Sono andati avanti fino alla mezzanotte di ieri, 31 marzo, i rilievi della Polizia Scientifica di Ancona all’interno della villetta in cui Carlo Vicentini viveva con la sua famiglia a Tempera, in provincia dell’Aquila e dove, preso dalla disperazione, l’ex medico in pensione ha ucciso ieri la moglie e i due figli, prima di togliersi la vita a sua volta. Stando alle ultime informazioni, prima di compiere la strage l’uomo avrebbe scritto un biglietto composto da frasi farneticanti. Secondo gli inquirenti ciò indicherebbe che il gesto non era premeditato. Probabilmente, dicono, avrebbe agito preso dalla disperazione per le condizioni di salute del figlio, affetto da una grave disabilità.
Omicidio L’Aquila: il biglietto scritto da Vicentini prima della strage
Il biglietto rinvenuto all’interno dell’abitazione, scritto da Vicentini poco prima della strage, conterebbe una serie di pensieri farneticanti e di difficile comprensione. Questo lascerebbe intendere, secondo gli inquirenti, che l’uomo, depresso e sofferente per le condizioni di salute del figlio maggiore, peggiorate negli ultimi tempi a causa di una grave disabilità, avrebbe agito senza aver premeditato nulla. Chi lo conosceva ammette che l’uomo, segnato da una lunga scia di lutti familiari – da ultimo quello della cognata e di due fratelli -, era terrorizzato all’idea di poter perdere il figlio. Forse per questo avrebbe preso, alla fine, la decisione di ucciderlo.
I fatti risalgono alla giornata di ieri, 31 marzo: l’ex medico, in pensione da poco più di un mese, avrebbe sparato prima al figlio 43enne, Massimo, costretto a letto per motivi di salute, e alla moglie, Carla, di 63 anni, ex impiegata dell’Asl dell’Aquila, il cui corpo è stato rinvenuto nel corridoio. Poi si sarebbe rivolto contro la figlia minore, Alessandra, dietista presso il reparto di oncologia dell’Ospedale di Teramo, dove il padre, per tanti anni, è stato primario di urologia. Infine, avrebbe puntato l’arma, una pistola regolarmente detenuta, contro di sé, togliendosi la vita nella camera da letto. Al fratello aveva detto che sarebbero andati al mare. Dopo aver notato la loro assenza ben oltre il normale, erano stati alcuni vicini di casa, in possesso delle chiavi dell’abitazione, a decidere di verificare che fosse tutto a posto. Ma, una volta entrati nella villetta, avevano scoperto la strage, allertando le autorità.
I messaggi di cordoglio per le vittime
La comunità locale è sconvolta da quanto accaduto: Vicentini, per anni al servizio dei residenti, era stimato da tutti per il suo lavoro e la sua disponibilità. Nessuno si aspettava che avrebbe potuto compiere un gesto simile. “Sapevo che aveva avuto un figlio diversamente abile che lo aveva cambiato ma mai avrei potuto pensare a una tragedia così grande”, scrive un’utente su Facebook. “Pregherò per lui e per la sua famiglia – aggiunge -. Che possa trovare lassù quella pace che quaggiù non ha trovato”.
Tanti, sui social, anche i messaggi di cordoglio per le vittime. “Sorellina mia, un giorno saremo di nuovo insieme”, scrive un’amica di Alessandra Vicentini in un post in cui pubblica un selfie con la 36enne. “Ancora non ci credo, vorrei che fosse solo un maledetto incubo, invece è la realtà”, dice un’altra, allegando alcune immagini dei tempi della scuola. “Il dramma familiare che ha colpito l’intera famiglia dell’urologo Vicentini ha lasciato tutti attoniti”, ha fatto sapere, invece, il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
“Siamo devastati. È una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Carlo Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile”. Queste le parole del direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, che ha ricordato l’impegno dell’ex medico nel lavoro e il suo recente pensionamento, parlando di un gesto inaspettato.