Sono una quindicina i reperti che un pool di super consulenti dovrà analizzare entro sessanta giorni per cercare di fare luce sull’omicidio di Alice Neri, la 32enne trovata carbonizzata all’interno del bagaglio della sua auto a Fossa di Concordia, nelle campagne modenesi, a metà novembre scorso. Le verifiche si inseriscono nell’ambito del secondo incidente probatorio, approvato ieri dal giudice per le indagini preliminari, Andrea Scarpa, con l’obiettivo di trovare tracce e impronte digitali su una serie di oggetti rinvenuti sul luogo del delitto o nelle sue immediate vicinanze, tra i quali anche i resti di un telefonino e di uno smartwatch. Tra i più importanti, i pantaloni che, secondo la difesa, avrebbe indossato Mohamed Gaaloul, principale indiziato del delitto, la sera della morte della donna.
Alice Neri news: il secondo incidente probatorio
È stato conferito ieri, presso il Tribunale di Modena, l’incarico nell’ambito del secondo incidente probatorio. Ad effettuare le dovute verifiche sui reperti ammessi dal giudice per le indagini preliminari, una quindicina circa, sarà un pool di super consulenti. Avranno sessanta giorni di tempo. Presenti, in aula, il marito della vittima, Nicholas Negrini, accompagnato dal proprio consulente di fiducia, il generale ed ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, e dall’avvocato Antonio Ingroia, ex procuratore di Palermo; i legali degli altri indagati, i periti e Mohamed Gaaloul, il 29enne di origini tunisine che per ultimo avrebbe visto la vittima prima del ritrovamento del cadavere.
Tra gli oggetti al vaglio degli inquirenti per cercare di fare luce su quanto accaduto ci sarebbero: una sigaretta, la spallina di un reggiseno, un bidone di plastica contenente olio frusto e i resti di un telefonino e di uno smartwatch trovati a poca distanza dal luogo del delitto. La difesa di Gaaloul ha poi chiesto che vengano analizzati i pantaloni che l’imputato avrebbe indossato tra la sera e la mattina dopo la scomparsa di Alice, quando le telecamere lo hanno ripreso in zona Concordia. “Sui pantaloni – spiega il legale dell’indagato, l’avvocato Roberto Ghini, secondo quanto riportato dal Resto del Carlino – ci sarà un duplice accertamento, in particolare per capire se l’indumento sia lo stesso indossato da Gaaloul la sera del delitto di Alice Neri e, di conseguenza, se vi siano tracce di olio e di materiale combusto, quindi olio o fuliggine. Questo ci potrà fornire un elemento per collocare o meno il mio assistito sul ruolo del rogo”.
“Gaaloul era in aula e si è mostrato collaborativo: ha fornito tranquillamente il pin del proprio cellulare”, aggiunge. Ghini ha nominato come consulenti di parte diversi esperti, sei in tutto, tra cui l’ingegner Paolo Reale per quanto riguarda i dati informatici. Nei prossimi giorni, tra il 5 e il 6 aprile, inizieranno i dovuti accertamenti. “Su alcuni reperti – ha spiegato invece Luciano Garofano, consulente di parte del marito della vittima – andranno effettuate diverse analisi: impronte, Dna, accertamenti informatici”. “Il 6 al Ris avremo una verifica di tutti i reperti – ha proseguito -, l’udienza è stata rinviata al 12 giugno per questi reperti ma sia noi che la difesa dell’imputato abbiamo chiesto una integrazione ed ora il Gip dovrà valutare se accoglierla”.
I sospetti sul “terzo uomo”
Nel frattempo, in questi giorni, gli inquirenti avrebbero nuovamente sentito quello che per tutti è ormai “il terzo uomo”, ovvero il collega che Alice aveva incontrato la mattina del delitto e con cui, secondo quanto emerso dalle indagini, era solita scambiarsi delle lettere d’amore. Più volte sarebbe stato avvistato, sia il 17 che il 18 novembre, nei luoghi frequentati dalla vittima. Il martedì successivo avrebbe consegnato una grande quantità di indumenti presso il magazzino del luogo di lavoro, chiedendone il cambio. Il magazziniere, insospettito, lo aveva segnalato agli inquirenti che, sulla sua tuta, avrebbero ora trovato residui di terriccio ed erba. Per il momento, comunque, non risulta indagato.