Mia per Pensione di cittadinanza, le prospettive future non sono buone, anzi piuttosto deludenti specie per i veterani del sussidio di Stato. Non sono pochi i lettori interessati alle nuove direttive della misura MIA, spaventa fortemente il confronto diretto con il Reddito di cittadinanza.

D’altra parte, l’ammortizzatore sociale è avvezzo a turbolenze, lo stesso non si può affermare per la pensione di cittadinanza, per cui le discussioni sono poche e blande. Per questo, cercheremo di analizzare le varie differenze e capire esattamente come potrebbe cambiare la pensione di cittadinanza con l’introduzione della Mia.

Mia per Pensione di cittadinanza, ecco cosa potrebbe cambiare

La pensione di cittadinanza, è un ammortizzatore sociale introdotto contestualmente al Reddito di cittadinanza. La misura è disciplinata dal decreto legislativo 4/2019, nata per garantire un supporto al redditto per i cittadini over 67 sprovvisti di un’adeguata anzianità contributiva necessaria per il rilascio di una prestazione economica previdenziale.

Lo strumento è stato voluto fortemente, anche come integrazione alla pensione, laddove l’importo del trattamento risulta particolarmente basso.

A ogni modo, i percettori della pensione di cittadinanza rientrano nella categoria dei lavoratori “non occupabili”, in quanto il trattamento viene rilasciato in favore degli over 67, se presenti diversi requisiti disposti dalla normativa vigente.

Secondo i dati ufficializzati dall’Osservatorio INPS, percepiscono la pensione di cittadinanza circa 124.691 famiglie, che mensilmente ricevono un accredito pari a circa 308,56 euro.

L’erogazione del trattamento economico assistenziale sarà garantita fino al 31 dicembre 2023. Infatti, dopo questa data dovrebbe essere introdotta la Mia.

Più o meno soldi con la misura Mia: come cambierà l’importo della pensione di cittadinanza?

Ad oggi, non esistono delle disposizioni normative chiare per la misura Mia, non sono stati ufficializzati importi, requisiti e tempistiche per il rilascio ed erogazione del nuovo trattamento assistenziale. Insomma, tutto resta da definire, ogni punto ancora da perfezionare.

 Le informazioni trapelate fino a questo momento, arrivano dalla ufficializzazione della bozza della previsione governativa sull’introduzione della nuova misura Mia che dovrebbe assumere totalmente il posto del Reddito di cittadinanza e, sulla base di queste valutazioni, non si esclude forse, anche della Pensione di cittadinanza.

Il vero problema riguarda l’importo della prestazione. Infatti, i percettori della Pensione di cittadinanza ricevono una ricarica mensile del valore di circa 630 euro, per un totale annuo pari a 7.560 euro, su cui viene applicata la scala di equivalenza che aiuta a far lievitare l’importo. Ovviamente, non si tratta di una base fissa, ma soggetta a variazione in base agli altri emolumenti percepiti dal nucleo familiare.

Come potrebbe cambiare la vita dei cittadini dalla Pdc alla Mia?

Con l’abolizione definitiva del Reddito di cittadinanza prevista per il 2024, la misura MIA dovrebbe fare un ingresso trionfale, ma sarà davvero così? Più che un trionfo sotto diversi aspetti sembra un tonfo. Le nuove disposizioni che dovrebbe essere messe in campo con la nuova misura Mia portano all’azzeramento della distinzione tra Reddito di cittadinanza e pensione.

Il governo italiano attraverso la nuova misura Mia dovrebbe garantire a ogni avente diritto un valore pari a 500 euro al mese. Tale valore andrebbe destinato alle famiglie con figli minori, disabili e over 60. Se nel nucleo familiare sono presenti dei membri occupabili il valore della Mia cala drasticamente a 375 euro al mese.

I percettori della pensione di cittadinanza avrebbero un importo decurtato del valore di 130 euro mensili.

Infine, l’aspetto più significativo riguarda la durata del beneficio economico. Infatti, la pensione di cittadinanza viene rinnovata sistematicamente ogni 18 mensilità. Mentre, la nuova misura Mia spetterebbe per 18 mensilità per la prima erogazione, successivamente la durata del sussidio sarebbe ridotta a 12 mensilità. Una condizione applicata a tutte le famiglie, comprese quelle composte da figli minori, invalidi e over 60.

Per gli occupabili è stata prevista una stretta diversa. Infatti, con la nuova Mia spetterebbero solo 12 mensilità, successivamente il periodo di erogazione del sussidio scenderebbe a 6 mensilità. Infine, il sussidio potrà essere richiesto per la terza volta solo dopo almeno un anno e mezzo.

Altro tassello da non sottovalutare, riguarda il requisito reddituale che passerebbe da un tetto ISEE pari a 9.360 euro a 7.200 euro.