Portovesme Srl ultime notizie, riunione San Gavino. Continuano e si intensificano gli incontri tra i sindacati e i rappresentanti del governo, per cercare di trovare una soluzione alla situazione della Portovesme Srl. La società ha annunciato e sta mettendo in atto, una mobilitazione che, al momento, dovrebbe portare alla fine circa centinaia di lavoratori a rimanere senza impiego. Da settimane sono partite le manifestazioni dei lavoratori, la più estrema quella del 28 febbraio scorso. Quando quattro operai si sono assediati sulla torre della ciminiera più alta dello stabilimento rimanendoci per quattro notti. Fino a che è arrivata la notizia dell’interessamento del Governo, con incontri tenuti con la sottosegretaria Fausta Bergamotto che proseguono ancora in cerca di una soluzione. E proprio per lunedì prossimo, 3 aprile, è fissata una nuova riunione a Roma a cui prenderanno parte anche i dirigenti della controllante dello stabilimento sardo, la Glencore. Ed è di oggi la notizia che domani invece ci sarà un’altra riunione, ma questa volta all’altro stabilimento della società, alla fonderia di San Gavino.
E’ annunciata la presenza dei parlamentari sardi del Partito democratico, Silvio Lai e Marco Meloni, insieme al segretario regionale Piero Comandini, al segretario provinciale Gianluigi Piano e alla consigliera regionale Rossella Pinna. Saranno loro domani che si recheranno alla Fonderia di San Gavino (Sud Sardegna), dove incontreranno i lavoratori della Portovesme, che da mesi sono impegnati nella difesa del proprio posto di lavoro e che da una settimana occupano lo stabilimento del centro campidanese. Alla visita parteciperanno anche i sindaci di San Gavino, Guspini e Villacidro. “Siamo e saremo ancora qui, sempre al fianco dei lavoratori“, afferma la consigliera Pinna, “a sostenere e accompagnare la lotta di chi chiede certezza e garanzie per il proprio posto di lavoro”. La speranza è che “la Glencore, proprietaria della Portovesme e il Governo trovino l’accordo anche per la riconversione delle lavorazioni e dare così continuità alla presenza degli stabilimenti che tra dipendenti diretti e indiretti, pesa sul destino di oltre 2.500 famiglie”. Sarebbe questo il totale, tra i due comparti sardi, dei lavoratori interessati alla mobilitazione.

Portovesme Srl ultime notizie, domani una riunione tra i lavoratori e rappresentanza di parlamentari del PD alla fonderia di San Gavino

Serve il massimo sforzo affinché le produzioni di piombo e zinco possano trovare continuità nella Sardegna sud-occidentale, in quanto materie mai messe in discussione dalla richiesta del mercato: la Glencore, a fronte delle aperture della credibilità da parte delle istituzioni, riavvi gli impianti, improvvidamente fermati”. Lo chiedono le segreterie di Fiom, Fsm e Uilm del Sulcis in vista dell’incontro fissato al Mimit per lunedì 3 aprile.
Glencore dimostri rapidamente la fattibilità delle annunciate riconversioni, dal punto di vista ambientale, produttivo occupazionale e ne garantisca la partenza in tempi legati alle graduali fermate dei reparti, in modo che il territorio non possa subire ulteriori shock derivante dalle perdite di lavoro – viene reso noto in un comunicato – e le istituzioni risolvano strutturalmente il problema energetico, lo faccia urgentemente, perché il tempo in questa vertenza non è una variabile indipendente, in modo che le aziende energivore non debbano abbandonare l’Italia, prassi che il nostro territorio ha subito troppe volte“.
Secondo i sindacati dei metalmeccanici, che rappresentano le centinaia di lavoratori delle ditte d’appalto degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino, “emerge con sempre maggiore forza, l’intenzione della proprietà, di trasferire in altri paesi, le produzioni di piombo e zinco; se questa volontà si concretizzasse, si tradurrebbe nella conseguente e definitiva fermata degli impianti del KSS e conseguentemente della fonderia di San Gavino, della lisciviazione, dell’arrostimento, di gran parte dell’elettrolitico – osservano – rimarrebbero in marcia i reparti SX, una piccola parte dell’elettrolisi e i forni Weltz, ossia quel reparto con il maggiore ritorno economico, che brucia i famosi fumi di acciaieria”.